mercoledì 27 febbraio 2013

Il Fascino della Bundesliga


Foto ripresa da: http://www.tz-online.de

IL FASCINO DELLA BUNDESLIGA


Era il 28 luglio del 1962 quando, in Dortmund, si decise un evento fondamentale nella storia del calcio tedesco. La nascita della Bundesliga.

L’assemblea, che raccoglieva i rappresentanti delle Federazioni regionali tedesche del calcio, ratificò la deliberazione con la quale si dava l’avvio alla costituzione della Bundesliga a decorrere dalla successiva stagione calcistica 1963/1964. La decisione fu adottata a larghissima maggioranza con il parere favorevole di 103 delegati contro 23 contrari.

I primi progetti di una lega, rappresentativa di tutto l’intero movimento calcistico tedesco risalgono al 1932 quando l’allora presidente della Federazione Gioco Calcio, Felix Linnermann, aveva prospettato l’opportunità della formazione di una Reichsliga che annoverasse tra i suoi aderenti i rappresentanti delle migliori formazioni tedesche e che portasse all’assegnazione di un titolo unitario da attribuirsi alla migliore delle squadre in lizza.

La proposta fu respinta dalla maggior parte delle federazioni regionali e solo dopo la fine della seconda guerra mondiale essa fu riconsiderata.

Quando ripresero i campionati di calcio nella Germania occidentale (Oberligen) essi avevano ancora una dimensione regionale e le vincenti dei rispettivi campionati si giocavano tra loro tante gare per decidere la squadra cui assegnare il titolo di campione della Germania. Nella Germania dell’Est (DDR) fin dalla stagione 1949/50 fu, invece, organizzato un campionato nazionale.

Il sistema dei campionati regionali ebbe effetti negativi sia sulla competitività interna che su quella internazionale delle squadre germaniche. La scarsa qualità competitiva dei vari campionati regionali era messa in evidenza quando le squadre tedesche dovevano confrontarsi con quelle partecipanti a campionati meglio strutturati come quelli dell’Inghilterra, dell’Italia e della Spagna.

Sulla base di queste considerazioni dal 1949 il presidente della squadra del Colonia, Franz Kremer, si impegnò per costituire una Bundesliga, ma anche questa iniziativa non trovò sufficienti adesioni e nel 1958, in una riunione della Federazione Gioco Calcio (DFB), svoltasi a Francoforte sul Meno, essa fu ancora una volta bocciata. Ma Kremer insistette per una Lega Unitaria e trovò successivamente l’appoggio di due personaggi del calcio tedesco, l’allenatore della nazionale tedesca Sepp Herbegger e del presidente della DFB Hermann Neuberger che erano portatori di due interessi diversi ma convergenti. L’uno mirava a disporre di una migliore qualità competitiva dei calciatori tedeschi e l’altro ad aumentare il livello qualitativo della professionalità del calcio che conta. Ad accelerare il percorso per la formazione della Bundesliga soccorse l’eliminazione della nazionale tedesca ai mondiali del Cile nel 1962., che, dopo poche settimane, indusse 16 squadre tedesche ad accordarsi per un campionato nazionale.

Sulla base dei risultati nei rispettivi gironi degli ultimi 10 anni le prime 16 squadre, che dettero inizio al campionato della Bundesliga, furono scelte a farne parte e ne segue l’elenco:

  • dalla Oberliga Nord: Hamburger SV, Werder Bremen, Eintracht Braunschw;
  • dalla Oberliga West: FCSchalke 04, Borussia Dortmund, 1. FC Koeln, Meidericher SV, SC Preussen Muenster;
  • dalla Oberliga Suedwest: 1. FC Saarbruecken, 1. FC Kaiserslautern;
  • dalla Oberliga Sued: 1. Nuernberg, Eintracht Frankfurt, Karlsruher SC, TSV 1860 Muenchen, FfB Stuttgart.
  • dalla Stadtliga Berlin: Herta BSC.
Iniziai a seguire in televisione la Bundesliga dalla mia casa di Roma nel 1988 all’età di quindici anni. Nella trasmissione televisiva Mongolfiera su Telecapodistria il giornalista Mino Taveri mostrava i gol della Bundesliga. A quei tempi ero un grandissimo appassionato del calcio e dividevo questa mia passione con il mio miglior amico, Gianluca. Il lunedì sera, nei rispettivi salotti domestici, seguivamo rapiti le vittorie del Bayern Monaco, i gol di prepotenza di Thomas Allofs e le spettacolari acrobazie di Karl-Heinz Riedle. Il giorno seguente, durante la ricreazione, ci incontravamo nei giardini della scuola commentando i risultati del calcio tedesco e sognando di volare insieme al Weserstadion di Brema per assistere ad una partita del Werder. Negli anni successivi continuai a seguire con entusiasta ammirazione le prodezze balistiche dei predatori teutonici e quando, nel 1990, in Italia, la Germania, diretta da Franz Beckenbauer, si laureò campione del mondo, la fascinazione per la Bundesliga e i suoi attori calcistici divenne fortissima, Ricordo che nel 1997 l’attuale allenatore della nazionale tedesca, Joachim Löw, diresse con tale maestria la squadra dello Stoccarda che io, tifoso della Roma, lo avrei voluto sulla panchina capitolina e, insieme a lui, avrei voluto portare a Roma il tridente offensivo di quella fantastica squadra, il c.d. “Magische Dreieck” che rispondeva ai nomi di Balakov, Elber e Bobic. I tre realizzarono tantissimi gol e le loro combinazioni in velocità sono ancora impresse nella mia memoria calcistica.

Nel 2004 decisi di trasferirmi a Berlino e la Bundesliga divenne per me come il pane quotidiano. Potei leggerla sui giornali in tedesco e seguirla sulla tv della mia Kneipe (Bar) preferita, con il commento originale e in compagnia dei miei nuovi conoscenti berlinesi.

La Germania tutta si stava preparando al mondiale calcistico del 2006 e i vecchi stadi si rifacevano il trucco per l’ormai imminente competizione internazionale.

I mondiali del 2006 furono un evento sportivo e sociale meraviglioso, non solo per la vittoria dell’Italia, ma soprattutto per l’aria di gioviale festa che si respirava in terra germanica. Fu un mondiale bellissimo che lasciò in eredità ai tedeschi degli stadi moderni.

Oggi la Bundesliga è un esempio per tutte le altre organizzazioni calcistiche nazionali: stadi sempre pieni e società calcistiche raramente con debiti.

Quando ripenso all’Italia e ai suoi stadi raramente pieni rifletto con tristezza sulle nostre inefficienze organizzative e sul come due successi di tipo diverso in una stessa manifestazione, quello tedesco di carattere organizzativo e quello italiano di tipo sportivo, abbiano portato ad esiti totalmente divergenti.

La Bundesliga, un esempio da seguire, e l’Italia, in affanno con i suoi debiti anche nel calcio e le sue grida contro la Germania, prima di seguirne l’esempio…anche nel calcio.

David Rodinó

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