Era il 28 luglio del 1962
quando, in Dortmund, si decise un evento fondamentale nella storia
del calcio tedesco. La nascita della Bundesliga.
L’assemblea, che
raccoglieva i rappresentanti delle Federazioni regionali tedesche del
calcio, ratificò la deliberazione con la quale si dava l’avvio
alla costituzione della Bundesliga a decorrere dalla successiva
stagione calcistica 1963/1964. La decisione fu adottata a larghissima
maggioranza con il parere favorevole di 103 delegati contro 23
contrari.
I primi progetti di una
lega, rappresentativa di tutto l’intero movimento calcistico
tedesco risalgono al 1932 quando l’allora presidente della
Federazione Gioco Calcio, Felix Linnermann, aveva prospettato
l’opportunità della formazione di una Reichsliga che annoverasse
tra i suoi aderenti i rappresentanti delle migliori formazioni
tedesche e che portasse all’assegnazione di un titolo unitario da
attribuirsi alla migliore delle squadre in lizza.
La proposta fu respinta
dalla maggior parte delle federazioni regionali e solo dopo la fine
della seconda guerra mondiale essa fu riconsiderata.
Quando ripresero i
campionati di calcio nella Germania occidentale (Oberligen) essi
avevano ancora una dimensione regionale e le vincenti dei rispettivi
campionati si giocavano tra loro tante gare per decidere la squadra
cui assegnare il titolo di campione della Germania. Nella Germania
dell’Est (DDR) fin dalla stagione 1949/50 fu, invece, organizzato
un campionato nazionale.
Il sistema dei campionati
regionali ebbe effetti negativi sia sulla competitività interna che
su quella internazionale delle squadre germaniche. La scarsa qualità
competitiva dei vari campionati regionali era messa in evidenza
quando le squadre tedesche dovevano confrontarsi con quelle
partecipanti a campionati meglio strutturati come quelli
dell’Inghilterra, dell’Italia e della Spagna.
Sulla base di queste
considerazioni dal 1949 il presidente della squadra del Colonia,
Franz Kremer, si impegnò per costituire una Bundesliga, ma anche
questa iniziativa non trovò sufficienti adesioni e nel 1958, in una
riunione della Federazione Gioco Calcio (DFB), svoltasi a Francoforte
sul Meno, essa fu ancora una volta bocciata. Ma Kremer insistette
per una Lega Unitaria e trovò successivamente l’appoggio di due
personaggi del calcio tedesco, l’allenatore della nazionale tedesca
Sepp Herbegger e del presidente della DFB Hermann Neuberger che erano
portatori di due interessi diversi ma convergenti. L’uno mirava a
disporre di una migliore qualità competitiva dei calciatori tedeschi
e l’altro ad aumentare il livello qualitativo della professionalità
del calcio che conta. Ad accelerare il percorso per la formazione
della Bundesliga soccorse l’eliminazione della nazionale tedesca ai
mondiali del Cile nel 1962., che, dopo poche settimane, indusse 16
squadre tedesche ad accordarsi per un campionato nazionale.
Sulla base dei risultati
nei rispettivi gironi degli ultimi 10 anni le prime 16 squadre, che
dettero inizio al campionato della Bundesliga, furono scelte a farne
parte e ne segue l’elenco:
- dalla Oberliga Nord: Hamburger SV, Werder Bremen, Eintracht Braunschw;
- dalla Oberliga West: FCSchalke 04, Borussia Dortmund, 1. FC Koeln, Meidericher SV, SC Preussen Muenster;
- dalla Oberliga Suedwest: 1. FC Saarbruecken, 1. FC Kaiserslautern;
- dalla Oberliga Sued: 1. Nuernberg, Eintracht Frankfurt, Karlsruher SC, TSV 1860 Muenchen, FfB Stuttgart.
- dalla Stadtliga Berlin: Herta BSC.
Iniziai a seguire in
televisione la Bundesliga dalla mia casa di Roma nel 1988 all’età
di quindici anni. Nella trasmissione televisiva Mongolfiera su
Telecapodistria il giornalista Mino Taveri mostrava i gol della
Bundesliga. A quei tempi ero un grandissimo appassionato del calcio e
dividevo questa mia passione con il mio miglior amico, Gianluca. Il
lunedì sera, nei rispettivi salotti domestici, seguivamo rapiti le
vittorie del Bayern Monaco, i gol di prepotenza di Thomas Allofs e le
spettacolari acrobazie di Karl-Heinz Riedle. Il giorno seguente,
durante la ricreazione, ci incontravamo nei giardini della scuola
commentando i risultati del calcio tedesco e sognando di volare
insieme al Weserstadion di Brema per assistere ad una partita del
Werder. Negli anni successivi continuai a seguire con entusiasta
ammirazione le prodezze balistiche dei predatori teutonici e quando,
nel 1990, in Italia, la Germania, diretta da Franz Beckenbauer, si
laureò campione del mondo, la fascinazione per la Bundesliga e i
suoi attori calcistici divenne fortissima, Ricordo che nel 1997
l’attuale allenatore della nazionale tedesca, Joachim Löw, diresse
con tale maestria la squadra dello Stoccarda che io, tifoso della
Roma, lo avrei voluto sulla panchina capitolina e, insieme a lui,
avrei voluto portare a Roma il tridente offensivo di quella
fantastica squadra, il c.d. “Magische Dreieck” che rispondeva ai
nomi di Balakov, Elber e Bobic. I tre realizzarono tantissimi gol e
le loro combinazioni in velocità sono ancora impresse nella mia
memoria calcistica.
Nel 2004 decisi di
trasferirmi a Berlino e la Bundesliga divenne per me come il pane
quotidiano. Potei leggerla sui giornali in tedesco e seguirla sulla
tv della mia Kneipe (Bar) preferita, con il commento originale e in
compagnia dei miei nuovi conoscenti berlinesi.
La Germania tutta si stava
preparando al mondiale calcistico del 2006 e i vecchi stadi si
rifacevano il trucco per l’ormai imminente competizione
internazionale.
I mondiali del 2006 furono
un evento sportivo e sociale meraviglioso, non solo per la vittoria
dell’Italia, ma soprattutto per l’aria di gioviale festa che si
respirava in terra germanica. Fu un mondiale bellissimo che lasciò
in eredità ai tedeschi degli stadi moderni.
Oggi la Bundesliga è un
esempio per tutte le altre organizzazioni calcistiche nazionali:
stadi sempre pieni e società calcistiche raramente con debiti.
Quando ripenso all’Italia
e ai suoi stadi raramente pieni rifletto con tristezza sulle nostre
inefficienze organizzative e sul come due successi di tipo diverso in
una stessa manifestazione, quello tedesco di carattere organizzativo
e quello italiano di tipo sportivo, abbiano portato ad esiti
totalmente divergenti.
La Bundesliga, un esempio
da seguire, e l’Italia, in affanno con i suoi debiti anche nel
calcio e le sue grida contro la Germania, prima di seguirne
l’esempio…anche nel calcio.
David Rodinó
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