giovedì 26 settembre 2013

Füsball total n 5 edizione speciale

Fußball Total!
Rubrica settimanale sul calcio di massima serie tedesco ed italiano
N° 5 - Settembre 2013 Speciale turno infrasettimanale
Con la collaborazione di Michele Sensini, Emiliano di Calogero, Gianluca Danese, Marco Cadin e del sottoscritto 
David Rodinó



A tutta Serie A
La 5° Giornata
di Marco Cadin


Foto ripresa da: http://www.tuttosport.com

Il 25 aprile 2010 la Roma salutò per l’ultima volta la vetta solitaria della classifica, perdendo in casa con la Sampdoria uno scudetto quasi in tasca. Mercoledì, i giallorossi hanno conquistato il primato a punteggio pieno sul campo doriano, respirando per qualche attimo uno stato di nemesi. L’Inter mantiene il secondo posto superando nel posticipo la Fiorentina, i suoi 13 punti sono impreziositi dai due scontri diretti già sostenuti. Tutte le altre big hanno faticato più del solito, in particolare ha sorpreso il pareggio del San Paolo, dove molti si aspettavano di assistere ad una goleada. Qualche squadra ha dovuto pagare il prezzo del turnover, di cui si è abusato in questo turno infrasettimanale.

L’anticipo della quinta giornata ha visto l’Udinese imporsi di misura sul Genoa. Successo meritato per i padroni di casa, che hanno chiuso gli avversari nella propria metà campo per larghi tratti del match. Il goal risolutivo arriva dopo lunghi sospiri al 79’, a causa della sfortunata autorete di Calaiò su una punizione defilata di Di Natale. Qualcuno dovrebbe spiegare all’ex attaccante del Siena, che certi voli d’angelo sarebbero più apprezzabili in area avversaria. I copiosi fischi al momento della sostituzione di Maicosuel con Muriel hanno indispettito il tecnico friulano, che ha paventato un suo possibile addio a fine stagione. La contestazione è stata esagerata, ma altrettanto si può dire della reazione permalosa di Guidolin.

Sampdoria-Roma 0-2. Nel primo tempo match equilibrato, il predominio della Roma è sterile a causa della prova inconcludente di Borriello e Marquinho, cui Garcia aveva dato fiducia. Nella ripresa il diesel giallorosso si scalda ed il vantaggio arriva grazie ad una percussione centrale dell’insospettabile Benatia. La reazione blucerchiata è troppo debole, d’altronde il pacchetto offensivo appare non idoneo alla massima serie. Nei minuti di recupero arriva il raddoppio di Gervinho, primo goal in Italia, grazie al preciso assist di capitan Totti (subentrato nel secondo tempo). Prima espulsione per Garcia, ma tanto il tecnico preferisce la visuale dalla tribuna…

Clamoroso 1-1 tra Napoli e Sassuolo. Benitez lascia fuori cinque titolari, cambiando gli esterni ed i centrali difensivi. L’avvio sembra dare ragione al mister spagnolo, infatti Dzemaili apre le danze con un poderoso tiro da fuori area che s’insacca alla destra di Pegolo. Cinque minuti dopo arriva l’inaspettato pareggio di Zaza: poderoso sinistro sotto l’incrocio da dentro l’area, ma in posizione defilata. Reina non copre bene il primo palo, ma la conclusione era molto violenta. Un Napoli affaticato e pesante non riesce a cambiare l’inerzia dell’incontro, nonostante i cambi del secondo tempo. Primo punto in Serie A del Sassuolo, che con un po’ di fortuna avrebbe potuto anche vincere.

I campioni d’Italia espugnano il Bentegodi, superando per 2-1 il Chievo. Partita soporifera fino al 28°, quando Buffon sbaglia il rinvio servendo Sardo, che in un attimo offre a Thereau l’assist del primo goal. La reazione bianconera arriva solo nella ripresa, grazie ad una triplice conclusione di Quagliarella, che con rara insistenza raggiunge il pari. Al 50° l’episodio che segna il match e che farà discutere per almeno quattro giorni: il guardalinee Preti annulla per fuorigioco un goal di Paloschi, che aveva ribadito in rete una corta respinta di Buffon. “Inspiegabile” l’errore dell’assistente arbitrale, la posizione dell’attaccante clivense era regolare di un metro e mezzo, inoltre erano ben quattro gli juventini che lo tenevano in gioco. La sorte non arride al Chievo, che al 65° soccombe a causa dell’autorete di Bernardini. Juve non brillante, ma che in un modo o nell’altro continua a vincere.

Il Milan pareggia per 3-3 al Dall’Ara, disputando la solita partita deludente e pasticciona. Il match era partito nel modo giusto per i rossoneri, che al 12esimo erano pervenuti al vantaggio grazie a un bel diagonale di Poli. Per il resto dell’incontro, i milanisti rimpiangevano l’assenza di Balotelli, considerando le tre comode occasioni fallite da Matri. Nel frattempo il Bologna realizzava ben tre reti: a cavallo dei due tempi con la doppietta dell’esordiente Laxalt e al 62° con il goal di Cristaldo. I rossoneri non si arrendono e in zona Cesarini colgono le due reti provvidenziali del pareggio, prima con Robinho e poi con Abate. Se il Milan non registra la difesa non ha alcuna speranza di risalire la classifica. Per i felsinei tanti rimpianti, ma anche la scoperta di Laxalt che in novanta minuti ha fatto molto di più di Bianchi in quattro gare.

La Lazio s’impone per 3-1 sul Catania. Botta e risposta nei primi sei minuti: vantaggio di Ederson e pareggio fulmineo di Barrientos. L’equilibrio si spezza al 41°, Lulic sfrutta un retropassaggio erroneo di Guarente e infila Andujar con un preciso destro dal limite. Nella ripresa il Catania non riesce a creare seri problemi a Marchetti, anche a causa della giusta espulsione di Bellusci. A partita praticamente finita arriva il terzo goal ad opera di Hernanes, subentrato da pochi minuti. La Lazio, priva di Klose, prende ossigeno dopo il derby, mentre gli etnei scivolano malinconicamente all’ultimo posto.

Il Parma coglie la sua prima vittoria al termine di uno scoppiettante 4-3 con l’Atalanta. Splendido il vantaggio di Mesbah: destro a giro sotto l’incrocio, goal alla Del Piero anni ’90. Bonaventura trova il momentaneo pareggio, ma la gioia bergamasca dura poco. Dodici minuti di follia nerazzurra fruttano ben tre reti ai parmensi: due splendidi tiri di prima intenzione di Parolo e apprezzabile conclusione dal limite di Leandro Rosi. I padroni di casa si cullano sugli allori e prima dello scadere del tempo arriva il goal di Denis, che realizza con un pregevole tocco sotto. Nella ripresa Amauri si fa espellere per qualche parolina di troppo e costringe i compagni a una serrata resistenza. Livaja segna il terzo goal, ma le speranze bergamasche si spengono al triplice fischio. Cassano in crescita (palo e assist) fa ben sperare, mentre per Amauri è ancora notte fonda.

Torino-Verona si conclude sul 2-2, al termine di un match equilibrato in cui il pareggio è il risultato più giusto. I granata si portano dietro il rammarico di essere stati per due volte in vantaggio con i goal di Cerci (capocannoniere del campionato), ma la tosta formazione scaligera non ha demeritato. Grande prova di Toni, che sul primo goal serve un assist al volo per Gomez e sul finire conquista il rigore trasformato da Jorginho.

Livorno e Cagliari si sono divise la posta in una partita senza luci e senza ombre. A dire il vero è proprio Luci a regalare l’illusorio vantaggio ai toscani, in virtù di un facile tapin. Nella ripresa Ibarbo impatta, segnando il suo primo goal stagionale. Le due squadre proseguono il loro campionato, guardando una classifica che non dà apprensioni.

Inter e Fiorentina si sono affrontate a viso aperto nel posticipo di giovedì, regalando al pubblico di San Siro un incontro ricco di emozioni. Il secondo posto in palio ha costretto i due tecnici a schierare le formazioni migliori a disposizione, in barba al turnover di cui altri hanno usufruito. Primo tempo equilibrato con i nerazzurri che provano a fare la partita e la Fiorentina pronta a partire di rimessa. E’ in particolare Joaquin, che agendo sul fronte destro instaura un duello personale con il bravo Handanovic. Il risultato si sblocca nella ripresa, quando Rossi trasforma un penalty concesso generosamente per una trattenuta su Joaquin. L’Inter si scuote e con un carattere invidiabile ribalta la sorte avversa. Al 72° capitan Cambiasso pareggia in mischia e a sette minuti dal termine Jonathan chiude la partita: controllo approssimativo sul cross di Alvarez e conclusione violenta che supera Neto. I nerazzurri conquistano un meritato secondo posto sfoggiando uno spirito mai domo, degno della migliore tradizione interista. La Fiorentina non ha demeritato e può confidare in un campionato speculare a quello dell’anno scorso.



JONATHAN DIMENSIONE AVVENTURA.
di Gianluca Danese




E' proprio Jonathan, l'uomo più insultato del mondo fino a qualche mese fa (dopo Alvaro Pereira), a regalare quasi all'ultimo respiro 3 punti importantissimi contro una buona Fiorentina in una serata in cui ad un certo punto, sotto di un gol, sembrava tutto terribilmente complicato. Il merito è stato dei viola che seppur arrivati a Milano privi di Gomez, Pizarro, Cuadrado e, a partita in corso, Pasqual è riuscita ad imbrigliare l'Inter per più di un tempo bloccandola in mezzo e sugli esterni e mostrando il fianco solo a qualche contropiede o giocata estemporanea.

La partita è comunque bloccata a centrocampo visto che le due squadre si presentano con una sola punta a testa; più aggressivi e veloci i viola, più bloccata l'inter.
Primo tempo noioso con poche occasioni da ambo le parti; così anche la ripresa fino al 60' quando Joaquin (uno tra i migliori) viene trattenuto da Juan con susseguente rigore trasformato da Rossi.

L'Inter pare stordita e Mazzarri suona la carica con i cambi: dentro un'altra punta Icardi e Kovacic per uno svagato Guarin che risponde ai (pochi) fischi del pubblico di San Siro. 
L'Inter comincia a spingere a testa bassa e finalmente al 72' pareggia Cambiasso in mischia con una bellissima semi sforbiciata dopo un controllo di petto a due passi da Neto, imbambolato come il resto della difesa; imbambolati anche all'83' quando Jonathan (cresciuto dopo un primo tempo insufficiente) imbeccato da un cross di Alvarez firma il 2-1 con un tiro di controbalzo dopo un controllo in mezza veronica su un difensore a pochi metri dalla porta.
Entusiasmo a San Siro,ma anche paura fino alla fine perchè se è vero che in due occasioni si sfiora il terzo gol, è anche vero che fino al 93' la Fiorentina ha spaventato la difesa neroazzurra.
Forse un mezzo passo indietro rispetto alle precedenti prestazioni ma l'Inter conferma la sua solidità,il suo cinismo e una invidiabile forma fisica.

Da segnalare come in un paese in cui alcuni parlamentari insultano pesantemente un ministro di colore rimanendo inpuniti, viene chiusa una curva (già precedentemente acquistata in abbonamento) per presunti cori razzisti da parte di pochi. Anche questa è l'Italia.

Per fortuna quest'anno almeno abbiamo un'Inter competitiva. Domenica trasferta difficile con il Cagliari a Trieste!(…).Solo in Italia...


3 Punti immeritati.
di Emiliano di Calogero


Foto ripresa da: http://www.spaziocalcio.it

Sono ormai quattro partite che la Juventus passa in svantaggio e deve recuperare, il dato incomincia ad essere preoccupante. Mentre contro il Copenaghen e il Verona i bianconeri avevano creato molto e segnato poco, contro l'Inter e specialmente contro il Chievo la squadra ha mostrato pesanti disattenzioni e un gioco non entusiasmante. Le sviste di Buffon (anche ieri mezza papera del capitano), il ritardo di preparazione di Chiellini e l'inserimento di Ogbonna, giocatore che deve ancora entrare nei meccanismi della squadra, stanno condizionando un reparto, la difesa, che non sembra essere così invalicabile come nei precedenti due anni. Tutta la squadra sembra non avere la stessa rabbia e determinazione delle prime partite. Conte, sul finire di partita, ha dovuto inserire Tevez e Vidal, in panchina per il turnover, per avere in campo giocatori di carattere che trascinassero la squadra fino alla fischio finale. Per come stava giocando, per come stava subendo la Juve rischiava di prendere il pari. E dire che il Chievo il secondo gol (rete annullata per fuorigioco inesistente) lo aveva già trovato al quarto minuto del secondo tempo con Paloschi partito da posizione regolare che aveva immediatamente riportato la squadra di Verona in vantaggio dopo il rocambolesco pareggio di Quagliarella. Il Chievo ha giocato un'ottima gara, non ha rinunciato a giocare la partita, non ha pensato solo a difendere, non ha ha messo un uomo in marcatura asfissiante su un evanescente Pirlo ed avrebbe meritato quantomeno il pareggio. Invece i Bianconeri sono riusciti ancora una volta a strappare la vittoria grazie ad un'autorete su ottimo cross di Pogba. Domenica prossima li aspetta il derby contro il Torino, squadra ben costruita che non rinuncia ad attaccare, dove dovranno necessariamente fare di più per portare a casa la vittoria.


 La capolista se ne va.
di Michele Sensini


Foto ripresa da: http://www.asromaradio.it

La Roma non si lascia sfuggire una ghiottissima occasione: portare a casa i tre punti per conservare il primato in classifica e rifilare al contempo una bella spallata a Delio Rossi, già in bilico nella panchina della Samp. Purtroppo arriva già in serata la notizia che i Garrone intendono rinnovare la fiducia al simpatico tecnico romagnolo, che noi invece vorremmo sempre disoccupato, ma comunque, anche a Genova, la punizione è sempre quella: due a zero, con entrambi i gol segnati nella ripresa.


Come saggiamente ordinato dal condottiero Rudi, i ragazzi smaltiscono in fretta la sbornia del derby e si impongono questa volta in una gara più maschia e meno tecnica, contro un avversario ben messo in campo dal vecchio volpone, che gioca corto e aggressivo per tutta la partita. Questa squadra da ottimi segnali sotto tutti i punti di vista, al punto che spesso si fa fatica ad individuare un migliore in campo. Ieri sera, però, Mehdi Benatia ha dato definitivamente la sensazione di  essere il vero leader di quella che, finora, è la miglior difesa del campionato; il gol poi è un colpo di genio e di caparbietà.



La partita. Si accende, come al solito, nel secondo tempo e l’unica nota di rilievo della prima frazione – oltre, purtroppo, all’infortunio di Maicon - è che dopo ben quattro gare Morgan De Santis compie una parata importante. Garcia lascia fuori Totti e Florenzi, sempre titolari finora, e i sostituti Borriello e Marquinho non si rendono molto pericolosi nonostante il grande movimento di Gervinho. La difesa regge bene anche con Dodo in campo e l'ingresso di Totti non a caso coincide con il gran gol di Benatia, costruito dall’asse centrale della Roma con una bellissima percussione tutta di prima. Il contropiede che chiude la gara e regala il primo gol in serie A a Gervinho porta ancora la firma del capitano, giunto ormai all’assist numero “e” in carriera. (Per i laziali che mi leggono – forse nessuno – “e” è un numero “irrazionale” e “trascendente”. Come il capitano quindi: genio e dio allo stesso tempo).



Gli spalti. Il Luigi Ferraris è indubbiamente lo stadio più bello d’Italia ed i genovesi lo sanno. Sono anche gente calda e le due tifoserie della città sono tra le mie preferite in Italia. Preferisco la curva Nord del Genoa, senza dubbio, ma devo ammettere che anche i doriani come sempre, si sono fatti sentire per tutta la partita. Prima trasferta “libera” dell’anno per i romanisti, aperta anche ai possessori di “club away”, ma in un turno infrasettimanale che non ha mosso molte persone. Pochi ma buoni, si godono il saluto della squadra che festeggia con loro il primato in classifica solitario. Sarà un bel rientro, lungo l’Aurelia, per giocatori e tifosi della Roma. E domenica (astenersi occasionali), tutti all'Olimpico per la sesta finale stagionale. 

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