Fußball Total!
Rubrica settimanale sul calcio di massima serie tedesco ed italiano
N° 5 - Settembre 2013 Speciale turno infrasettimanale
N° 5 - Settembre 2013 Speciale turno infrasettimanale
Con la collaborazione di Michele Sensini, Emiliano di Calogero, Gianluca Danese, Marco Cadin e del sottoscritto
David Rodinó
A tutta Serie A
La 5° Giornata
Il 25 aprile 2010 la Roma
salutò per l’ultima volta la vetta solitaria della classifica,
perdendo in casa con la Sampdoria uno scudetto quasi in tasca.
Mercoledì, i giallorossi hanno conquistato il primato a punteggio
pieno sul campo doriano, respirando per qualche attimo uno stato di
nemesi. L’Inter mantiene il secondo posto superando nel posticipo
la Fiorentina, i suoi 13 punti sono impreziositi dai due scontri
diretti già sostenuti. Tutte le altre big hanno faticato più del
solito, in particolare ha sorpreso il pareggio del San Paolo, dove
molti si aspettavano di assistere ad una goleada. Qualche squadra ha
dovuto pagare il prezzo del turnover, di cui si è abusato in questo
turno infrasettimanale.
L’anticipo della quinta
giornata ha visto l’Udinese imporsi di misura sul Genoa. Successo
meritato per i padroni di casa, che hanno chiuso gli avversari nella
propria metà campo per larghi tratti del match. Il goal risolutivo
arriva dopo lunghi sospiri al 79’, a causa della sfortunata
autorete di Calaiò su una punizione defilata di Di Natale. Qualcuno
dovrebbe spiegare all’ex attaccante del Siena, che certi voli
d’angelo sarebbero più apprezzabili in area avversaria. I copiosi
fischi al momento della sostituzione di Maicosuel con Muriel hanno
indispettito il tecnico friulano, che ha paventato un suo possibile
addio a fine stagione. La contestazione è stata esagerata, ma
altrettanto si può dire della reazione permalosa di Guidolin.
Sampdoria-Roma 0-2. Nel
primo tempo match equilibrato, il predominio della Roma è sterile a
causa della prova inconcludente di Borriello e Marquinho, cui Garcia
aveva dato fiducia. Nella ripresa il diesel giallorosso si scalda ed
il vantaggio arriva grazie ad una percussione centrale
dell’insospettabile Benatia. La reazione blucerchiata è troppo
debole, d’altronde il pacchetto offensivo appare non idoneo alla
massima serie. Nei minuti di recupero arriva il raddoppio di
Gervinho, primo goal in Italia, grazie al preciso assist di capitan
Totti (subentrato nel secondo tempo). Prima espulsione per Garcia, ma
tanto il tecnico preferisce la visuale dalla tribuna…
Clamoroso 1-1 tra Napoli
e Sassuolo. Benitez lascia fuori cinque titolari, cambiando gli
esterni ed i centrali difensivi. L’avvio sembra dare ragione al
mister spagnolo, infatti Dzemaili apre le danze con un poderoso tiro
da fuori area che s’insacca alla destra di Pegolo. Cinque minuti
dopo arriva l’inaspettato pareggio di Zaza: poderoso sinistro sotto
l’incrocio da dentro l’area, ma in posizione defilata. Reina non
copre bene il primo palo, ma la conclusione era molto violenta. Un
Napoli affaticato e pesante non riesce a cambiare l’inerzia
dell’incontro, nonostante i cambi del secondo tempo. Primo punto in
Serie A del Sassuolo, che con un po’ di fortuna avrebbe potuto
anche vincere.
I campioni d’Italia
espugnano il Bentegodi, superando per 2-1 il Chievo. Partita
soporifera fino al 28°, quando Buffon sbaglia il rinvio servendo
Sardo, che in un attimo offre a Thereau l’assist del primo goal. La
reazione bianconera arriva solo nella ripresa, grazie ad una triplice
conclusione di Quagliarella, che con rara insistenza raggiunge il
pari. Al 50° l’episodio che segna il match e che farà discutere
per almeno quattro giorni: il guardalinee Preti annulla per
fuorigioco un goal di Paloschi, che aveva ribadito in rete una corta
respinta di Buffon. “Inspiegabile” l’errore dell’assistente
arbitrale, la posizione dell’attaccante clivense era regolare di un
metro e mezzo, inoltre erano ben quattro gli juventini che lo
tenevano in gioco. La sorte non arride al Chievo, che al 65°
soccombe a causa dell’autorete di Bernardini. Juve non brillante,
ma che in un modo o nell’altro continua a vincere.
Il Milan pareggia per 3-3
al Dall’Ara, disputando la solita partita deludente e pasticciona.
Il match era partito nel modo giusto per i rossoneri, che al 12esimo
erano pervenuti al vantaggio grazie a un bel diagonale di Poli. Per
il resto dell’incontro, i milanisti rimpiangevano l’assenza di
Balotelli, considerando le tre comode occasioni fallite da Matri. Nel
frattempo il Bologna realizzava ben tre reti: a cavallo dei due tempi
con la doppietta dell’esordiente Laxalt e al 62° con il goal di
Cristaldo. I rossoneri non si arrendono e in zona Cesarini colgono le
due reti provvidenziali del pareggio, prima con Robinho e poi con
Abate. Se il Milan non registra la difesa non ha alcuna speranza di
risalire la classifica. Per i felsinei tanti rimpianti, ma anche la
scoperta di Laxalt che in novanta minuti ha fatto molto di più di
Bianchi in quattro gare.
La Lazio s’impone per
3-1 sul Catania. Botta e risposta nei primi sei minuti: vantaggio di
Ederson e pareggio fulmineo di Barrientos. L’equilibrio si spezza
al 41°, Lulic sfrutta un retropassaggio erroneo di Guarente e infila
Andujar con un preciso destro dal limite. Nella ripresa il Catania
non riesce a creare seri problemi a Marchetti, anche a causa della
giusta espulsione di Bellusci. A partita praticamente finita arriva
il terzo goal ad opera di Hernanes, subentrato da pochi minuti. La
Lazio, priva di Klose, prende ossigeno dopo il derby, mentre gli
etnei scivolano malinconicamente all’ultimo posto.
Il Parma coglie la sua
prima vittoria al termine di uno scoppiettante 4-3 con l’Atalanta.
Splendido il vantaggio di Mesbah: destro a giro sotto l’incrocio,
goal alla Del Piero anni ’90. Bonaventura trova il momentaneo
pareggio, ma la gioia bergamasca dura poco. Dodici minuti di follia
nerazzurra fruttano ben tre reti ai parmensi: due splendidi tiri di
prima intenzione di Parolo e apprezzabile conclusione dal limite di
Leandro Rosi. I padroni di casa si cullano sugli allori e prima dello
scadere del tempo arriva il goal di Denis, che realizza con un
pregevole tocco sotto. Nella ripresa Amauri si fa espellere per
qualche parolina di troppo e costringe i compagni a una serrata
resistenza. Livaja segna il terzo goal, ma le speranze bergamasche si
spengono al triplice fischio. Cassano in crescita (palo e assist) fa
ben sperare, mentre per Amauri è ancora notte fonda.
Torino-Verona si conclude
sul 2-2, al termine di un match equilibrato in cui il pareggio è il
risultato più giusto. I granata si portano dietro il rammarico di
essere stati per due volte in vantaggio con i goal di Cerci
(capocannoniere del campionato), ma la tosta formazione scaligera non
ha demeritato. Grande prova di Toni, che sul primo goal serve un
assist al volo per Gomez e sul finire conquista il rigore trasformato
da Jorginho.
Livorno e Cagliari si
sono divise la posta in una partita senza luci e senza ombre. A dire
il vero è proprio Luci a regalare l’illusorio vantaggio ai
toscani, in virtù di un facile tapin. Nella ripresa Ibarbo impatta,
segnando il suo primo goal stagionale. Le due squadre proseguono il
loro campionato, guardando una classifica che non dà apprensioni.
Inter e Fiorentina si
sono affrontate a viso aperto nel posticipo di giovedì, regalando al
pubblico di San Siro un incontro ricco di emozioni. Il secondo posto
in palio ha costretto i due tecnici a schierare le formazioni
migliori a disposizione, in barba al turnover di cui altri hanno
usufruito. Primo tempo equilibrato con i nerazzurri che provano a
fare la partita e la Fiorentina pronta a partire di rimessa. E’ in
particolare Joaquin, che agendo sul fronte destro instaura un duello
personale con il bravo Handanovic. Il risultato si sblocca nella
ripresa, quando Rossi trasforma un penalty concesso generosamente
per una trattenuta su Joaquin. L’Inter si scuote e con un carattere
invidiabile ribalta la sorte avversa. Al 72° capitan Cambiasso
pareggia in mischia e a sette minuti dal termine Jonathan chiude la
partita: controllo approssimativo sul cross di Alvarez e conclusione
violenta che supera Neto. I nerazzurri conquistano un meritato
secondo posto sfoggiando uno spirito mai domo, degno della migliore
tradizione interista. La Fiorentina non ha demeritato e può
confidare in un campionato speculare a quello dell’anno scorso.
di Gianluca Danese
Foto ripresa da:http://www.washingtonpost.com
E' proprio Jonathan, l'uomo più insultato del mondo fino a qualche mese fa (dopo Alvaro Pereira), a regalare quasi all'ultimo respiro 3 punti importantissimi contro una buona Fiorentina in una serata in cui ad un certo punto, sotto di un gol, sembrava tutto terribilmente complicato. Il merito è stato dei viola che seppur arrivati a Milano privi di Gomez, Pizarro, Cuadrado e, a partita in corso, Pasqual è riuscita ad imbrigliare l'Inter per più di un tempo bloccandola in mezzo e sugli esterni e mostrando il fianco solo a qualche contropiede o giocata estemporanea.
La partita è comunque bloccata a centrocampo visto che le due squadre si presentano con una sola punta a testa; più aggressivi e veloci i viola, più bloccata l'inter.
Primo tempo noioso con poche occasioni da ambo le parti; così anche la ripresa fino al 60' quando Joaquin (uno tra i migliori) viene trattenuto da Juan con susseguente rigore trasformato da Rossi.
L'Inter pare stordita e Mazzarri suona la carica con i cambi: dentro un'altra punta Icardi e Kovacic per uno svagato Guarin che risponde ai (pochi) fischi del pubblico di San Siro.
L'Inter comincia a spingere a testa bassa e finalmente al 72' pareggia Cambiasso in mischia con una bellissima semi sforbiciata dopo un controllo di petto a due passi da Neto, imbambolato come il resto della difesa; imbambolati anche all'83' quando Jonathan (cresciuto dopo un primo tempo insufficiente) imbeccato da un cross di Alvarez firma il 2-1 con un tiro di controbalzo dopo un controllo in mezza veronica su un difensore a pochi metri dalla porta.
Entusiasmo a San Siro,ma anche paura fino alla fine perchè se è vero che in due occasioni si sfiora il terzo gol, è anche vero che fino al 93' la Fiorentina ha spaventato la difesa neroazzurra.
Forse un mezzo passo indietro rispetto alle precedenti prestazioni ma l'Inter conferma la sua solidità,il suo cinismo e una invidiabile forma fisica.
Da segnalare come in un paese in cui alcuni parlamentari insultano pesantemente un ministro di colore rimanendo inpuniti, viene chiusa una curva (già precedentemente acquistata in abbonamento) per presunti cori razzisti da parte di pochi. Anche questa è l'Italia.
Per fortuna quest'anno almeno abbiamo un'Inter competitiva. Domenica trasferta difficile con il Cagliari a Trieste!(…).Solo in Italia...
3 Punti immeritati.
di Emiliano di Calogero
Foto ripresa da: http://www.spaziocalcio.it
Sono ormai quattro partite che la Juventus passa in svantaggio e deve recuperare, il dato incomincia ad essere preoccupante. Mentre contro il Copenaghen e il Verona i bianconeri avevano creato molto e segnato poco, contro l'Inter e specialmente contro il Chievo la squadra ha mostrato pesanti disattenzioni e un gioco non entusiasmante. Le sviste di Buffon (anche ieri mezza papera del capitano), il ritardo di preparazione di Chiellini e l'inserimento di Ogbonna, giocatore che deve ancora entrare nei meccanismi della squadra, stanno condizionando un reparto, la difesa, che non sembra essere così invalicabile come nei precedenti due anni. Tutta la squadra sembra non avere la stessa rabbia e determinazione delle prime partite. Conte, sul finire di partita, ha dovuto inserire Tevez e Vidal, in panchina per il turnover, per avere in campo giocatori di carattere che trascinassero la squadra fino alla fischio finale. Per come stava giocando, per come stava subendo la Juve rischiava di prendere il pari. E dire che il Chievo il secondo gol (rete annullata per fuorigioco inesistente) lo aveva già trovato al quarto minuto del secondo tempo con Paloschi partito da posizione regolare che aveva immediatamente riportato la squadra di Verona in vantaggio dopo il rocambolesco pareggio di Quagliarella. Il Chievo ha giocato un'ottima gara, non ha rinunciato a giocare la partita, non ha pensato solo a difendere, non ha ha messo un uomo in marcatura asfissiante su un evanescente Pirlo ed avrebbe meritato quantomeno il pareggio. Invece i Bianconeri sono riusciti ancora una volta a strappare la vittoria grazie ad un'autorete su ottimo cross di Pogba. Domenica prossima li aspetta il derby contro il Torino, squadra ben costruita che non rinuncia ad attaccare, dove dovranno necessariamente fare di più per portare a casa la vittoria.
La capolista se ne va.
di Michele Sensini
Foto ripresa da: http://www.asromaradio.it
La Roma non si lascia sfuggire una ghiottissima occasione: portare a casa i tre punti per conservare il primato in classifica e rifilare al contempo una bella spallata a Delio Rossi, già in bilico nella panchina della Samp. Purtroppo arriva già in serata la notizia che i Garrone intendono rinnovare la fiducia al simpatico tecnico romagnolo, che noi invece vorremmo sempre disoccupato, ma comunque, anche a Genova, la punizione è sempre quella: due a zero, con entrambi i gol segnati nella ripresa.
Come saggiamente ordinato dal condottiero Rudi, i ragazzi smaltiscono in fretta la sbornia del derby e si impongono questa volta in una gara più maschia e meno tecnica, contro un avversario ben messo in campo dal vecchio volpone, che gioca corto e aggressivo per tutta la partita. Questa squadra da ottimi segnali sotto tutti i punti di vista, al punto che spesso si fa fatica ad individuare un migliore in campo. Ieri sera, però, Mehdi Benatia ha dato definitivamente la sensazione di essere il vero leader di quella che, finora, è la miglior difesa del campionato; il gol poi è un colpo di genio e di caparbietà.
La partita. Si accende, come al solito, nel secondo tempo e l’unica nota di rilievo della prima frazione – oltre, purtroppo, all’infortunio di Maicon - è che dopo ben quattro gare Morgan De Santis compie una parata importante. Garcia lascia fuori Totti e Florenzi, sempre titolari finora, e i sostituti Borriello e Marquinho non si rendono molto pericolosi nonostante il grande movimento di Gervinho. La difesa regge bene anche con Dodo in campo e l'ingresso di Totti non a caso coincide con il gran gol di Benatia, costruito dall’asse centrale della Roma con una bellissima percussione tutta di prima. Il contropiede che chiude la gara e regala il primo gol in serie A a Gervinho porta ancora la firma del capitano, giunto ormai all’assist numero “e” in carriera. (Per i laziali che mi leggono – forse nessuno – “e” è un numero “irrazionale” e “trascendente”. Come il capitano quindi: genio e dio allo stesso tempo).
Gli spalti. Il Luigi Ferraris è indubbiamente lo stadio più bello d’Italia ed i genovesi lo sanno. Sono anche gente calda e le due tifoserie della città sono tra le mie preferite in Italia. Preferisco la curva Nord del Genoa, senza dubbio, ma devo ammettere che anche i doriani come sempre, si sono fatti sentire per tutta la partita. Prima trasferta “libera” dell’anno per i romanisti, aperta anche ai possessori di “club away”, ma in un turno infrasettimanale che non ha mosso molte persone. Pochi ma buoni, si godono il saluto della squadra che festeggia con loro il primato in classifica solitario. Sarà un bel rientro, lungo l’Aurelia, per giocatori e tifosi della Roma. E domenica (astenersi occasionali), tutti all'Olimpico per la sesta finale stagionale.
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