Fußball Total!
Rubrica settimanale sul calcio di massima serie tedesco ed italiano
N°11 - Novembre 2013
Con la collaborazione di Michele Sensini, Emiliano di Calogero, Gianluca Danese, Marco Cadin e del sottoscritto
David Rodinó
A tutta Serie A
di Marco Cadin
Foto ripresa da: http://www.asromalive.it
Il
goal dell’ex fa parte delle leggende metropolitane del calcio,
forse era prevedibile aspettarsi che fosse qualche esule capitolino a
porre fine alla serie di vittorie giallorosse. E’stato Alessio
Cerci a dire basta, ma poteva essere la bestia nera Conti, l’eterno
talento Aquilani, il trottolino Pizarro, la bionda Mexes, gli
“olenadri” Rosi e Greco o chissà quant’altri. La Roma ha
un’evidente necessità di riposo e la sosta tra una settimana
sembra arrivare al momento giusto. Prima, però, dovrà superare il
Sassuolo, cercando di sfruttare il concomitante incontro tra Juventus
e Napoli. Le due squadre, che hanno accorciato il divario dalla
capolista a 3 punti, continuano ad andare a grossi ritmi. I
bianconeri hanno gli stessi punti della scorsa stagione, mentre il
Napoli sta facendo più della squadra di Diego Armando Maradona. Come
se non bastasse, Fiorentina ed Inter stanno recitando ruoli superiori
a quelli di comprimari, pronte a sfruttare il cedimento di qualche
membro del trio di testa.
Nell’anticipo
di sabato pomeriggio, la Juventus prevale di misura al Tardini per
1-0. Vittoria pesante, in un match equilibrato e privo di grandi
emozioni. Il Parma ha tenuto bene il campo, sfiorando il vantaggio
con Parolo nel primo tempo ed Amauri nella ripresa (colpo di tacco
con Buffon in uscita). La Juventus non ha trovato molti spazi e nella
prima frazione si è affidata alle conclusioni da fuori di Vidal e
Pogba, senza ottenere molto. Al 52°, la gran conclusione di Tevez,
ben assistito da Giovinco, è stata respinta con un grande intervento
di Mirante. A metà ripresa Conte ha inserito Pirlo, Llorente e
Quagliarella ed è proprio uno spunto dell’attaccante napoletano a
propiziare la rete. Quagliarella coglie la traversa con un gran
pallonetto dalla tre quarti campo, ma è Pogba il più lesto di tutti
a ribadire in goal (77°).
Il
Napoli fa il suo dovere, superando per 2-1 il Catania. I tre goal
sono concentrati nei primi venticinque minuti, anche perché la
pioggia battente ha reso il campo particolarmente pesante. Il
sinistro sotto l’incrocio di Callejon (15°) è una prodezza da
incorniciare, per un talento forse ingiustamente sottovalutato in
fase di mercato. Altro bel sinistro è quello che permette ad Hamsik
di trovare il raddoppio al 20°, dopo esser stato imbeccato da
Insegne. Auguro al capitano partenopeo altrettante prodezze in
partite importanti, giacché si sta facendo la fama del “coniglio
bagnato”. Il Catania è bravo a tenere sulla corda il Napoli,
accorciando le distanze al 25°, grazie al goal di Castro
(incredibilmente libero in area napoletana). Nel secondo tempo, a
parte qualche tentativo vano di Higuain, il Napoli fa poco e dà
l’impressione di portare i remi in barca in attesa della Champions
League.
Il
Milan colleziona un’altra bordata di fischi casalinghi, uscendo
sconfitto nella sfida con la Fiorentina (0-2 il finale). I viola sono
stati cinici e fortunati, ma analizzando la partita dei toscani non
vanno mai dimenticate le assenze pesanti di Gomez, Pizarro e
Cuadrado. La buona sorte arride a Vargas, quando al 27° una sua
punizione viene deviata in rete dalla barriera. Kaka cerca di offrire
spunti ai compagni, ma l’unico che potrebbe combinare qualcosa
(vedi Balotelli) appare fuori forma e svogliato. Più che Rossi, è
il giovane brasiliano Matos a seminare il panico nella retroguardia
rossonera, che tuttavia riesce spesso a evitare guai seri. Questo
fino al 73°, quando Borja Valero spinge in rete un invitante cadeau
di Gabriel: imbarazzante l’uscita del portiere rossonero. La parte
destra della classifica è il posto giusto per il Milan peggiore
della storia.
La
Lazio perde in casa con il Genoa (0-2), rovinando l’unico dato
apprezzabile della sua mediocre stagione: il rendimento casalingo. La
squadra biancoceleste sembra allo sbando, se Klose non ha più la
verve realizzativa delle scorse stagioni, se Hernanes (ieri assente)
è un vero oggetto misterioso, anche Floccari appare completamente
emarginato. Il resto della rosa, fatto di comprimari, non è riuscito
a capitalizzare le tambureggianti offensive del primo tempo,
capitolando nella ripresa. Gasperini ha avuto il merito di rendere il
Genoa più cinico e di rigenerare Alberto Gilardino, che ha
realizzato il penalty al 70°, concesso per il mani di Ciani. In
precedenza Kucka aveva portato in vantaggio i grifoni con un
diagonale, che aveva coronato un perfetto inserimento in area laziale
(60°).
L’Hellas
Verona conserva il suo miracoloso quinto posto, imponendosi per 2-1
sul Cagliari. Già all’8°, Luca Toni porta in vantaggio gli
scaligeri con il suo pezzo migliore, il colpo di testa. Per ben due
volte Hallfredsson va vicino al raddoppio con tiri dalla distanza, ma
il secondo goal arriva solo nella ripresa. Al 57° un triangolo da
manuale tra Romulo e Jankovic libera quest’ultimo in piena area, il
quale supera facilmente Agazzi. Nei minuti di recupero arriva il goal
della bandiera di Conti, che non serve a rinsaldare la traballante
panchina di Lopez.
La
partita del Friuli è stata per Guidolin la peggiore esibizione di
sempre dell’Udinese, mentre per Mazzarri il miglior match della
stagione dell’Inter. Forse basterebbe questo per spiegare lo 0-3
finale. Nerazzurri assoluti padroni del campo, per due volte in goal
nel primo tempo: Palacio sblocca il risultato al 24° (insaccando di
testa una punizione di Taider) e raddoppia Ranocchia con un tiro al
volo al 28° (folle uscita a vuoto di Brkic, che manca il pallone
proveniente dal corner). Nella ripresa, la gran parata di Handanovic
sull’iniziativa di Di Natale al 47° (poco dopo uscito per
infortunio) è l’unica iniziativa apprezzabile dei bianconeri. A
tempo scaduto arriva il definitivo terzo di goal di Alvarez, che
insacca a porta spalancata l’assist di Palacio.
Il
Livorno ritrova il successo dopo sette turni, battendo per 1-0
l’Atalanta. Match senza storia, dominato dagli amaranto. Gli
orobici non hanno offerto la consueta prova di carattere, apparendo
arrendevoli alla costante pressione dei padroni di casa. Il solito
Paulinho è l’autore del goal partita, giunto all’11’ in virtù
di un bel diagonale di destro. L’espulsione di Carmona ha permesso
al Livorno di non dover soffrire molto per conquistare i tre punti,
pur non riuscendo a trovare il raddoppio della tranquillità.
Clamorosa la leggerezza di Paulinho al 48° che, dopo aver superato
in dribbling Consigli, tira debolmente favorendo il recupero sulla
linea di Scaloni.
Importante
vittoria in chiave salvezza per il Sassuolo, che batte a Marassi la
Sampdoria per 4-3. Il match sembra mettersi bene per la Sampdoria,
che al 19° trova il vantaggio con Pozzi di testa. L’attivo Floro
Flores cerca in vano il pareggio nel primo tempo, con tiri da fuori
ed un’ardita rovesciata. Nel secondo tempo, sale in cattedra
Berardi, autore di una tripletta. Il numero venticinque del Sassuolo
pareggia al 49°, sfruttando un liscio del difensore e la lenta
uscita di Da Costa, mentre quattro minuti dopo viene steso da Costa
(espulso) e realizza il penalty del sorpasso. Floro Flores segna il
terzo goal al 63°, con un micidiale contropiede solitario. L’assalto
generoso dei doriani porta persino al pareggio, grazie alle reti in
mischia di Eder e di De Silvestri, ma all’89° arriva la beffa. Il
4-3 finale è realizzato ancora da Berardi, che realizza un altro
rigore assegnato per l’atterramento palese di Farias.
Il
posticipo Torino-Roma vede interrompere il record di vittorie
consecutive dall’inizio del torneo dei giallorossi: 1-1 il
risultato finale. La Roma appare affaticata rispetto a qualche
settimana fa, per giunta ancor priva di capitan Totti e della
scheggia Gervinho. L’inizio del match è positivo per i
giallorossi, che dopo aver sfiorato il goal con un tiro al volo di
Florenzi dal limite, passano con Strootman. E’ il 28°, quando
l’olandese s’inserisce bene e insacca da due passi l’assist di
Pjanic. Il Torino non demorde e tra la fine del primo tempo e
l’inizio della ripresa sa offrire le occasioni migliori. Cerci è
la vera spina nel fianco romanista: calcio di punizione alto di un
soffio, tiro a rientrare dal vertice destro (respinto in tuffo da De
Sanctis) e infine il goal (63°) con un tapin nell’area piccola su
assist di Meggiorini. Nel resto dell’incontro, i granata si
chiudono bene e, a parte un colpo di testa di Burdisso e una
punizione di Ljaic, non corrono grossi rischi. Il pareggio è
sostanzialmente giusto, chiedere di più alla Roma è decisamente
fuori luogo.
I
bolognesi, che di lunedì sera hanno preso la strada del Dall’Ara,
si saranno chiesti il perché di una scelta tanto infelice. Il
pareggio a reti bianche tra Bologna e Chievo è stato il festival
della noia, se il pubblico ha reagito con i fischi, la natura ha
risposto con catinelle d’acqua. Poche le occasioni per le due
squadre, quasi tutte concentrate nel secondo tempo. Al 77°, un gran
tiro di Moscardelli ha procurato una ghiotta occasione per Kone, il
quale in scivolata non è riuscito ad insaccare. A otto dal termine,
il subentrato Acosty non sorprende Curci sul primo palo, mentre un
minuto dopo, Bianchi scaglia sull’esterno della rete un tiro da
buona posizione. Il pari permette ai due tecnici di vivacchiare per
un’altra settimana.
A tutta Bundesliga
11° Giornata
Nella serata di Venerdí il Borussia Dortmund schiaccia lo Stoccarda. Gli uomini di Klopp non lasciano scampo agli ospiti con una pressione continua. Il 6-1 finale rende onore ad una squadra fantastica!
Sabato pomeriggio il Bayern Monaco di Guardiola fa visita all´Hoffenheim. I padroni di casa giocano una partita agonisticamente e tatticamente perfetta ma nulla possono contro la pressione finale del Bayern che con Müller trovano il gol della vittoria per l´ 1-2.
Un Hertha sprecone perde in casa con lo Schalke. Un gol per tempo per gli ospiti in cui il portiere Hildebrand é stato gran protagonista. Lo 0-2 finale é un risultato bugiardo.
Il Friburgo passeggia, con un rotondo 0-3, a casa del Norimberga. I padroni di casa non hanno ancora vinto una partita e a mio avviso la loro retrocessione é cosa certa.
Vince in trasferta anche il Gladbach a casa di un Amburgo che si deve guardare alle spalle in classifica se non vuole correre a fine stagione brutte sorprese. Lo 0-2 finale racconta bene il match.
Il Leverkusen entra in campo in casa del Braunschweig con molte seconde linee e ne paga caro il prezzo. Il gol di Kumbela, per l´1-0 finale, riaccende entusiasmo e speranze di salvezza tra i tifosi di casa e segna il primo passo falso per il Bayer 04.
Al Francoforte non riesce neanche contro il Wolfsburg il primo successo casalingo. In una partita molto equilibrata vincono gli ospiti per 1-2 e grazie a questo successo li raggiungono il quinto posto in classifica.
Domenica pomeriggio l´Augsburg, dopo 5 incontri senza successi, supera il Mainz, con il risultato di 2 a 1, sul suo campo e lo raggiunge in classifica al dodiciesimo posto.
Nell´ultimo incontro dell´undicesima giornata in una partita entusiasmante il Werder Brema sconfigge con un gol nel finale un sempre piú deludente Hannover. Il 3-2 a favore degli anseatici arriva al termine di un entusiasmante derby del nord.
E MICA E' SEMPRE DI NATALE!
di Gianluca Danese
Foto ripresa da: http://www.repubblica.it
Torna a vincere fuori casa l'Inter a Udine con un rotondo 3-0 e lo fa con una prova molto convincente in un campo storicamente complicato per i neroazzurri.
Mazzarri propone il solito 3-5-1-1 e stavolta è Guarin a dare una mano a Palacio, mentre Alvarez come a Bergamo agisce qualche metro più indietro su tutto il versante centro-sinistro. Taider in campo e Kovacic in panca e linea difensiva nuova: Ranocchia Samuel Jesus.
Come capita spesso ultimamente un'abbondante pioggia per tutta la partita ha reso il campo insidioso. Così nel primo quarto d'ora le squadre si studiano e succede poco. Anche l'Inter inizialmente stenta un po', troppo macchinosa, ma con il passare del tempo alza di molto il baricentro guadagnando metri; Alvarez è molto ispirato e dai suoi piedi nasceranno i pericoli maggiori.
Si va così vicini al gol con Cambiasso e Palacio. La manovra ora è fluida, la palla gira molto e gira bene, tutti fanno il proprio dovere e si rischia quasi niente.
Al 25' l'Inter è premiata con il vantaggio: punizione dalla trequarti, Taider scodella in mezzo un'ottima palla che Palacio gira di testa in rete.
L'Inter stavolta non fa l'errore di arretrare e va in cerca del doppio vantaggio e al 29' su corner di Cambiasso, dopo un'uscita a farfalla di Brkic, Ranocchia ci crede e di collo al volo spara nella porta sguarnita.
L'Udinese prova a reagire ma l'Inter in mezzo oggi è superiore, pericolosa in attacco e capace di ricompattarsi alla grande in fase difensiva, con pressing alto e continuo.
La ripresa parte male per i neroazzurri con Guarin svagato che subito perde palla lasciando a Di Natale un'occasione d'oro ma Handanovic con la manona fa il miracolo.L'Udinese ci crede perchè i neroazzurri rispetto al primo tempo sembrano molli,lenti e compassati.
Al 56' però Di Natale esce per infortunio ed è qui che forse l'Udinese si spegne. L'Inter ritorna a controllare il gioco; sale sugli scudi Guarin che prima serve a Palacio che non arriva per poco e poi colpisce in pieno il palo su azione personale.
Poi è solo accademia e si arriva al 90' quando in contropiede Palacio offre ad Alvarez una palla da mettere soltanto in rete,3-0 e tutti a casa.
Oggi bene tutti, anche Guarin ma a sprazzi; Alvarez Palacio e Cambiasso i migliori con quest'ultimo in grandissima forma: guardiano e metronomo davanti alla difesa ed "allenatore" in campo. Bene gli esterni, bene i meccanismi, difesa senza troppi affanni anche se l'Udinese di oggi è stata un avversario tutt'altro che pericoloso.
Unica nota stonata gli infortuni muscolari di Samuel, Jonathan e Ranocchia e il cartellino giallo che costerà la squalifica a Jesus; sabato sera a San Siro arriva il Livorno e la difesa per il momento è un rebus.
Mazzarri propone il solito 3-5-1-1 e stavolta è Guarin a dare una mano a Palacio, mentre Alvarez come a Bergamo agisce qualche metro più indietro su tutto il versante centro-sinistro. Taider in campo e Kovacic in panca e linea difensiva nuova: Ranocchia Samuel Jesus.
Come capita spesso ultimamente un'abbondante pioggia per tutta la partita ha reso il campo insidioso. Così nel primo quarto d'ora le squadre si studiano e succede poco. Anche l'Inter inizialmente stenta un po', troppo macchinosa, ma con il passare del tempo alza di molto il baricentro guadagnando metri; Alvarez è molto ispirato e dai suoi piedi nasceranno i pericoli maggiori.
Si va così vicini al gol con Cambiasso e Palacio. La manovra ora è fluida, la palla gira molto e gira bene, tutti fanno il proprio dovere e si rischia quasi niente.
Al 25' l'Inter è premiata con il vantaggio: punizione dalla trequarti, Taider scodella in mezzo un'ottima palla che Palacio gira di testa in rete.
L'Inter stavolta non fa l'errore di arretrare e va in cerca del doppio vantaggio e al 29' su corner di Cambiasso, dopo un'uscita a farfalla di Brkic, Ranocchia ci crede e di collo al volo spara nella porta sguarnita.
L'Udinese prova a reagire ma l'Inter in mezzo oggi è superiore, pericolosa in attacco e capace di ricompattarsi alla grande in fase difensiva, con pressing alto e continuo.
La ripresa parte male per i neroazzurri con Guarin svagato che subito perde palla lasciando a Di Natale un'occasione d'oro ma Handanovic con la manona fa il miracolo.L'Udinese ci crede perchè i neroazzurri rispetto al primo tempo sembrano molli,lenti e compassati.
Al 56' però Di Natale esce per infortunio ed è qui che forse l'Udinese si spegne. L'Inter ritorna a controllare il gioco; sale sugli scudi Guarin che prima serve a Palacio che non arriva per poco e poi colpisce in pieno il palo su azione personale.
Poi è solo accademia e si arriva al 90' quando in contropiede Palacio offre ad Alvarez una palla da mettere soltanto in rete,3-0 e tutti a casa.
Oggi bene tutti, anche Guarin ma a sprazzi; Alvarez Palacio e Cambiasso i migliori con quest'ultimo in grandissima forma: guardiano e metronomo davanti alla difesa ed "allenatore" in campo. Bene gli esterni, bene i meccanismi, difesa senza troppi affanni anche se l'Udinese di oggi è stata un avversario tutt'altro che pericoloso.
Unica nota stonata gli infortuni muscolari di Samuel, Jonathan e Ranocchia e il cartellino giallo che costerà la squalifica a Jesus; sabato sera a San Siro arriva il Livorno e la difesa per il momento è un rebus.
Primo
pareggio della Roma targata Garcia che dopo il record di dieci
vittorie in avvio di campionato incappa nella serataccia dell’arbitro
Banti e nella grande voglia del Toro di fermare la capolista. Il
pareggio dell’Olimpico è giusto e dopo tanti episodi fortunati ci
sta anche la serata storta, peccato che gli errori arbitrali siano
tutti a sfavore della Roma e non tanto per l’infortunio a Benatia,
che Meggiorini ammetterà poi candidamente e sportivamente di aver
provocato con “mestriere”, quanto per l’incredibile rigore su
Pjanic ignorato clamorosamente dall’arbitro e dall’assistente di
porta.
Questa
volta i cambi di Garcia non fanno la differenza e la Roma si crogiola
troppo, sull’uno a zero, sulla sua capacità di controllo della
gara, qualità che fino ad oggi era stata l’arma in più dei
giallorossi. Le difficoltà di gioco con Borriello in campo, quindi
con una punta tradizionale, sono state meno evidenti che in altre
partite in cui pure sono arrivati i tre punti, ma ad inizio ripresa
la Roma si fa schiacciare troppo e non trova mai lo spunto per
chiudere la gara. Il grande rammarico è stato forse quello di non
aver visto Ljiaic in campo con il risultato a nostro favore: il
serbo, in grande spolvero, ha fatto impazzire la difesa granata
saltando sistematicamente l’avversario, guadagnando punizioni e
distribuendo splendidi palloni ai compagni che nei minuti finali
hanno cercato con forza la vittoria. Dopo sette partite arriva il
gol, subito da De Sanctis proprio nel giorno della sua migliore
partita in giallorosso; bene Burdisso all’esordio stagionale e
molto bene Pjanic in tutti i tre ruoli che ha ricoperto durante la
gara. Meno attento del solito Benatia, che si fa fregare nell’azione
del gol granata, ma sempre più evidente l’importanza di Strootman
nell’undici titolare.
La
Roma non ridimensiona le sue ambizioni e quello di ieri è un punto
guadagnato più che due persi. La squadra non si è scomposta nel
subire il gol e ha cercato la vittoria fino alla fine, controllando
con sicurezza le ripartenze del Torino. Ora arriva il Sassuolo di Di
Francesco e sarà un altro bel test contro una squadra che non
rinuncia a giocare. Vedremo se Gervinho recupererà e vedremo
all’opera una coppia di centrali – Burdisso e Castan – inedita
per la Roma di Garcia.
La
partita. Si era messa nel migliore dei modi, con un Torino meno
arrembante di quanto si credesse all’inizio. Arriva presto anche il
gol di Strootman, favorito dall’apertura illuminante per Pjanic
effettuata da Balzaretti, bersaglio di tutto lo stadio granata per il
suo passaggio alla Juventus mai digerito dai torinesi. La Roma non
rischia molto ed è il solo Cerci a tenere in apprensione la difesa
romanista. Gran partita quella del Thierry Henry di Valmontone -
giallorosso sin da bambino e cresciuto nella Roma - imprendibile per
buona parte della gara. Fa impazzire Balzaretti per tutto il primo
tempo e si trasforma in attaccante d’aria sull’assist “maramaldo”
di Meggiorini; al gol esulta fragorosamente fregandosene del suo
passato ma non credo che nessun tifoso giallorosso oserà biasimarlo.
A Torino ha trovato il suo allenatore e la sua dimensione, è l’idolo
dei suoi bellissimi tifosi ed è l’unico insieme a Biabiani ad aver
segnato a questa Roma d’acciaio: assurdo pensare che avrebbe potuto
misurare la sua reazione ad un gol così importante.
Dopo
il gol la Roma rialza la testa ma, a conti fatti, tirerà in porta
solo su calcio da fermo. Maicon comincia a scendere con la costanza
che era mancata nelle fasi precedenti del gioco e l’ingresso di
Ljiac, come detto, spezza la fase di controllo del Torino. Dal
pareggio fino alla fine sarà solo Roma ma il gol che l’avrebbe
potuta riportare a più cinque sulle seconde, a una settimana dallo
scontro diretto in cui inevitabilmente una delle due, o entrambi,
perderanno punti, non arriverà.
Gli
spalti. Ancora uno stadio con tanti spazi vuoti nonostante il match
contro la capolista e chissà quale partita dovremo aspettare per
rivedere uno stadio gremito. I duemila romanisti presenti si sentono
più volte nel primo tempo, quando la Roma controlla la gara con
tranquillità e si porta in vantaggio. Soccombono invece nel secondo,
quando tutto l’Olimpico incita il Toro a gran voce fino a portarlo
al pareggio, dimostrando ancora una volta di essere tra le migliori
tifoserie d’Italia.
A
fine partita lo stadio esulta come se avessero vinto un derby e la
squadra corre sotto la curva a raccogliere l’ovazione. Senza
contare quanti gufi ieri sera hanno finalmente passato una nottata
tranquilla, alcuni addirittura noncuranti di un tracollo in casa
clamoroso. Questo deve farci riflettere: adesso siamo la squadra da
battere, saranno tutte difficilissime da qui alla fine ma vedere una
squadra blasonata come il Toro che festeggia un pareggio in questo
modo ci deve rendere pieni di orgoglio. I più forti siamo ancora
noi.
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