Fußball Total!
Rubrica settimanale sul calcio di massima serie tedesco ed italiano
N°19 - Gennaio 2014
Con la collaborazione di Michele Sensini, Emiliano di Calogero, Gianluca Danese, Marco Cadin, Fabio Pierboni e del sottoscritto David Rodinó
Dritto
dritto nel cuore dei tifosi
di
Michele Sensini
Foto ripresa da: http://www.sportlive.it/
La
Roma rifila quattro pappine perentorie al Genoa e riparte dopo lo
stop di Torino. Torna anche a far vedere il bel gioco e la
compattezza dei bei tempi, merito del rientro completo di Totti e
della pochezza dell'avversario che già è scarso ad organico
completo e che, senza punte titolari per via di infortuni e
squalifiche, diventa impresentabile.
Con 44 punti la Roma ha disputato il miglior girone di andata della sua storia, segno che l'exploit iniziale non è stato un caso. Il fatto che la Juve sia a più otto e stia battendo tutti i record immaginabili non fa che aumentare il rimpianto per una sorte beffarda che ci vede sempre dietro a qualcuno più forte di noi anche nelle nostre stagioni migliori.
La partita. La giornataccia del Genoa comincia con il gol capolavoro di Alessandro Florenzi, strepitoso gesto atletico e di coraggio, gol e icona che resteranno per sempre negli occhi di tutti noi e nell’immaginario dei giovani tifosi giallorossi. Gol più che meritato per un giocatore di cui si parla poco ma che è destinato ad entrare dritto dritto nel cuore dei tifosi per il suo carattere e la sua umiltà. Il Genoa non supererà mai la metà campo in pratica, la difesa della Roma resterà inoperosa per tutta la partita. Segna Totti con un tiro al volo deviato che beffa Perin, poi contropiede da manuale per il gol di Maicon che chiude il primo tempo. Non si infierisce nel secondo, se non per il colpo di nuca del bomber giallorosso Medhi Benatia - ennesima ciliegina sulla torta per il marocchino che sta lasciando tutti sbigottiti - e si va quindi tutti contenti a godersi questi tre punti importantissimi.
Con 44 punti la Roma ha disputato il miglior girone di andata della sua storia, segno che l'exploit iniziale non è stato un caso. Il fatto che la Juve sia a più otto e stia battendo tutti i record immaginabili non fa che aumentare il rimpianto per una sorte beffarda che ci vede sempre dietro a qualcuno più forte di noi anche nelle nostre stagioni migliori.
La partita. La giornataccia del Genoa comincia con il gol capolavoro di Alessandro Florenzi, strepitoso gesto atletico e di coraggio, gol e icona che resteranno per sempre negli occhi di tutti noi e nell’immaginario dei giovani tifosi giallorossi. Gol più che meritato per un giocatore di cui si parla poco ma che è destinato ad entrare dritto dritto nel cuore dei tifosi per il suo carattere e la sua umiltà. Il Genoa non supererà mai la metà campo in pratica, la difesa della Roma resterà inoperosa per tutta la partita. Segna Totti con un tiro al volo deviato che beffa Perin, poi contropiede da manuale per il gol di Maicon che chiude il primo tempo. Non si infierisce nel secondo, se non per il colpo di nuca del bomber giallorosso Medhi Benatia - ennesima ciliegina sulla torta per il marocchino che sta lasciando tutti sbigottiti - e si va quindi tutti contenti a godersi questi tre punti importantissimi.
Gli
spalti. Duecento genoani non si sentono mai dall’altre parte dello
stadio, in compenso si vedono agitarsi più volte provocati dai
tifosi più accesi della curva nord giallorossa. Pur se pochi, la
loro presenza non passa quindi inosservata. Buon tifo della parte
giallorossa dello stadio anche se l’Olimpico non è pieno come lo
standard di questa stagione. Siparietto simpatico con Matuzalem che
ci ricorda cosa significa il dodicesimo uomo in campo. Grazie alla
sud, infatti, il Genoa resta in dieci. Matuzalem, ex laziale, viene
subissato di fischi alla sua sostituzione (e come sarebbe potuto non
accadere?) e non contento della sua bruttissima prestazione corona la
giornata salutando e schernendo la curva. Il pollo ci casca in pieno
e becca il secondo giallo. Bravo Matuzalem, giusto nella Lazio potevi
gioca’.
Se questo è calcio.
di Fabio Pierboni
Foto ripresa da: http://web.de
Pasolini
scriveva che “nel calcio ci sono dei momenti esclusivamente
poetici: si tratta dei momenti del «goal». Ogni goal è sempre
un’invenzione, è sempre una sovversione del codice: ogni goal è
ineluttabilità, folgorazione, stupore, irreversibilità. Proprio
come la parola poetica.”
Raccontare
una partita dove, in novanta minuti, si prova a cercare questa
“invenzione” solo tre volte è davvero impossibile.
Bologna-Lazio
ha rappresentato l’esatto opposto della poesia calcistica appena
descritta, una delle più brutte partite mai viste in vita mia.
Novanta minuti di nulla, tre misere azioni da gol, un solo intervento
dei due portieri.
Il
Bologna ha qualche giustificazione in più, la classifica impone
punti e i Felsinei cercano soprattutto di non prenderle, ma hanno il
merito di produrre più della Lazio e questo la dice tutta sulla
pochezza di questo match.
Per
la Lazio non ci sono giustificazioni, la carenza di idee
nell’impostazione della manovra sembra palese, Hernanes continua a
non dare segnali di vita e anche Candreva e Klose sembrano risentire
di questa mediocrità evidenziando molte imprecisioni.
La
partita è tutta in tre azioni: La prima al 28’, Konè verticalizza
per Garics che dal versante destro mette al centro, Rolando Bianchi
devia di tacco mettendo alla prova gli ottimi riflessi di Berisha.
Per vedere la seconda occasione da gol, questa volta della Lazio,
bisogna aspettare il 70’: Keita libera Candreva sulla tre quarti,
l’ala biancoceleste serve Klose al centro dell’area, il tedesco
colpisce al volo toccando troppo sotto il pallone che si alza sopra
la traversa. Azione analoga all’83’ per i rossoblù, un mai domo
Diamanti serve Konè in area, il centrocampista gira a fil di palo.
Le
due squadre rientrano negli spogliatoi tra i fischi del Dall’Ara,
consapevoli del mediocre girone d’andata appena chiuso e della
necessità di invertire la tendenza. La Lazio di Reja probabilmente
farà più punti di quella di Petkovic, ma vista la lontananza
dell’obiettivo europeo dovrebbe provare a proporre uno spettacolo
più dignitoso a chi cerca nel calcio quella poesia che ha fatto
appassionare milioni di persone.
PIETÀ!
di Gianluca Danese
Foto ripresa da: http://www.repubblica.it
Ennesima
prova opaca dell'Inter che nel monday night non va oltre l'1-1 in
casa contro il Chievo.
Oggi
forse a sprazzi un po' meglio delle ultime uscite, si é vista più
determinazione e giro palla alla ricerca del varco giusto, ma come al
solito non sono mancate le amnesie, i soliti errori e la solita
fatica nel costruire; in più la difesa balla ad ogni affondo
clivense.
Solito
stucchevole 3-5-1-1 con Kovacic per lo squalificato Guarin a
supportare, con Alvarez, Palacio.
Lo
svantaggio arrivato all' 8',causa la solita palla regalata dalla
difesa, scuote la squadra che già al 12' pareggia con Nagatomo che
corregge di piatto un cross basso di Alvarez dopo una serpentina. Un
minuto dopo lo stesso Nagatomo firma il 2-1 ma il guardalinee annulla
clamorosamente per un inesistente fuorigioco ( per favore basta
errori arbitrali).
L'Inter
fa girare palla,é propositiva sulla destra con Jonathan e Alvarez ma
Kovacic é un fantasma e a Palacio non arrivano rifornimenti.
Anche
la prima parte del secondo tempo vede l'Inter tenere palla ma
concludere poco,entra anche Milito ma quando il Chievo comincia a
chiudersi finiscono gli spazi a disposizione.
Si
arriva cosi` al 90' senza troppi sussulti.
Ancora
una volta tanti rimandati e tanti bocciati, compreso l'allenatore che
non riesce a far giocare la squadra come ad inizio campionato.
A
tutta serie A
di
Marco Cadin
Foto ripresa da: http://www.bbc.com
Il
girone d’andata si è concluso senza grosse sorprese, le prime tre
hanno calato il poker allungando il passo sulla spuntata Fiorentina.
La Juventus è campione d’inverno con 8 punti in più rispetto
all’annata passata, volendo raggiungere lo storico obiettivo dei
100 punti. La Roma gira la boa con 12 punti in più, con la
consapevolezza che, in altre stagioni, sarebbe stato un rendimento da
scudetto. Il Napoli si è migliorato di tre punti e guarda il girone
di ritorno con tante speranze. Le milanesi piangono lacrime amare,
ricordando ciò che erano e ciò che non sono più. La Lazio tra
coloro che son sospesi, a 8 punti dalla zona retrocessione e
altrettanti dalla zona Europa League,. Sono saltate otto panchine su
venti: complimenti ai presidenti, sempre così oculati nelle scelte
d’inizio estate.
L'Armando
Picchi è stato il teatro del netto 3-0 del Parma nei confronti del
Livorno. Vantaggio immediato degli emiliani, grazie al sinistro al
volo di Palladino su cross di Biabiany (2º). La reazione livornese è
racchiusa in una sterile punizione di Paulinho. Nella ripresa, un
colpo di testa di Piccini e un tiro di Greco sfiorano il pari, ma nel
finale i gialloblù dilagano. All'81º, Amauri realizza il secondo
goal ribadendo in rete un pallone, che precedentemente era stato
spedito sul palo da Parolo. Il brasiliano realizza il definitivo 3-0
su rigore, concesso per l'atterramento in area di Mendes. Il Parma
vola senza Cassano, mentre ad un Livorno spaesato serve subito un
cambio tecnico.
0-0 nell'anticipo del sabato sera tra Bologna e Lazio. Primo tempo di
marca rossoblù, Lazio rintanata nella sua metà campo senza mai
affacciarsi oltre. Al 28º, Garics offre un cross basso a Bianchi,
che di tacco impegna severamente Berisha. Nella ripresa cresce il
ritmo dei biancocelesti, che sfiorano il vantaggio con Klose (70º):
il tedesco calcia alto a porta vuota un ottimo assist di Candreva. La
replica bolognese è tutta in un tiro al volo di Kone a sette minuti
dal termine, che si spegne a lato di un soffio. Se il mercato non
porterà rinforzi, le due squadre non avranno speranze di migliorare
la loro classifica.
Ha
aperto il programma domenicale la sfida Torino-Fiorentina, terminata
0-0. A parte due contropiedi non sfruttati al meglio da Cerci, il
primo tempo è di marca viola. Al 15°, Roncaglia colpisce al volo un
cross di Joaquin, ma il pallone termina sopra la traversa. Al 21°,
Valero cerca di sorprendere Padelli con un destro rasoterra a giro,
ma il tiro sfiora il palo. Poco prima dell’intervallo, Cuadrado
arriva sino alla linea di fondo, scarica all’indietro per Valero,
ma lo spagnolo conclude a lato. Ripresa più equilibrata, i granata
provano costantemente l’arma del contropiede, ma Cerci non sceglie
sempre la strada migliore. Meggiorini manca il vantaggio, agganciando
in spaccata al volo un tiro cross dell’ex romanista, ma la palla
sorvola la traversa. I viola riescono a spedire in area avversaria
un’infinità di cross e passaggi filtranti, ma la mancanza di un
bomber di razza si fa sentire. Senza punte, la Fiorentina rischia di
allontanarsi irreparabilmente dalla zona Champions League.
La
Juventus batte 4-1 il Cagliari al Sant'Elia. I sardi hanno saputo
mettere alle corde i campioni d'Italia per tutto il primo tempo,
passando in vantaggio con un tiro di Pinilla, smarcato da una sponda
aerea di Conti (21º). Tre minuti dopo, l'ex romanista sfiora il
raddoppio sempre di testa. Al 31º, Llorente pareggia di testa,
spedendo all'incrocio un cross di Lichtsteiner. I sardi potrebbero
ripassare in vantaggio, ma i piedi di Buffon respingono l'incornata
di Dessena (32º). Nel secondo tempo, le indecisioni di Adan segnano
indelebilmente l'esito della gara. Il portiere si fa sorprendere da
un tiro di Marchisio da trentacinque metri (72º), ma nulla può tre
minuti dopo sul tapin di Llorente, servito da Tevez. Lichtsteiner fa
poker, sfruttando una corta respinta del solito Adan. La Juventus ha
vinto con merito, colpendo l'avversario al palesarsi delle prime
crepe difensive.
Tutto
facile per la Roma, che travolge con un pesante 4-0 il Genoa. Il
primo goal è da antologia del calcio: sugli sviluppi di una
punizione calciata da Totti, un difensore alza il pallone, lesto e
acrobatico Florenzi insacca con una rovesciata alla Piola (25°). La
Roma è arrembante, cinque minuti dopo Gervinho serve Totti dal
fondo, il capitano conclude di prima battendo Perin sul suo palo. I
giallorossi cavalcano praterie lasciate vergini dai frastornati
genoani, Maicon realizza la terza rete, concludendo solo in mezzo
all’area un servizio preciso di Florenzi (43°). Al 52°, Benatia
fa poker incornando un angolo di Totti. Nel resto dell’incontro la
musica è la stessa, ma l’impressione è che i capitolini non
abbiano voluto infierire su un avversario rimasto in dieci dal 59°
(il saluto di Matuzalem ai tifosi di casa veniva ripagato
dall’arbitro con l’espulsione).
Il
Napoli espugna il Bentegodi, superando 3-0 il Verona. Non c’è
stata partita tra la terza e la quinta forza del campionato: l’Hellas
si è resa pericolosa solo in due occasioni con Toni (all’inizio
dei due tempi), ma l’ex bavarese non ha saputo ripetere le imprese
della settimana scorsa. I partenopei hanno sbloccato il risultato al
27°, quando Mertens ha insaccato con un pregevole destro a giro sul
palo lontano. A metà ripresa Insigne rileva Pandev, dopo due errori
grossolani in area del macedone ed è la svolta finale. Il giovane
napoletano realizza il raddoppio, correggendo in rete un cross basso
di Maggio (72°). Si tratta del primo goal della punta in questo
campionato, era ora. Quattro minuti dopo, Insigne conclude sul
portiere dopo esser stato lanciato da Callejon, ma Dzemaili è pronto
a ribadire in rete per il terzo goal. Napoli dominatore ed
insolitamente preciso nelle chiusure difensive.
L’Atalanta
conferma la legge delle mura amiche, superando 2-1 il Catania. Nel
primo tempo sono gli etnei a sfiorare per ben due volte il vantaggio,
con le azioni solitarie di Barrientos (15°) e Castro (30°), ma in
entrambi i casi Sportiello non si fa sorprendere. La ripresa è
avvolta da una fitta nebbia, per sbloccare il risultato ci vuole il
rigore realizzato da Denis (67°), concesso per l’atterramento di
Bonaventura. All’86°, Moralez salta un avversario e batte Frison
per il raddoppio orobico. Il goal siciliano è tardivo (89°): Leto
tocca in rete un cross basso di Barrientos. Se gli etnei vorranno
provare a salvarsi, dovranno iniziare a collezionare qualche punto in
trasferta: sino ad ora lo score dice dieci gare, zero punti.
Clamoroso
4-3 del Sassuolo nei confronti del Milan. Non è tanto sorprendente
il successo dei neroverdi, quanto il fatto che sia arrivato dopo il
doppio svantaggio in un quarto d'ora. Infatti, Robinho sblocca il
risultato al 7º con un diagonale di sinistro e Balotelli raddoppia
poco dopo con un tiro di prima, su assist di Cristante. Al
quindicesimo inizia lo show di Berardi: segna il primo goal bruciando
la difesa milanista su un lancio filtrante e, al 28º, pareggia
concludendo spalle alla porta sul palo di Abbiati. A fine tempo,
Berardi realizza la tripletta anticipando i difensori su un taglio
centrale. Il diciannovenne attaccante del Sassuolo si sazia solo con
il quarto goal ad inizio ripresa, tirando dall'altezza del dischetto
del rigore, grazie ad un suggerimento di Zazza. Allegri cerca di
spronare i suoi inserendo Honda, Pazzini e Montolivo, il
centrocampista azzurro accorcia le distanze con un diagonale di
destro dal limite. Allo scadere, la traversa nega a Pazzini il
pareggio. Il Milan è una squadra senza capo nè coda, con una
differenza tecnica enorme tra i reparti offensivo e difensivo.
L’esonero di Allegri non sarà sufficiente ad invertire la rotta.
Sampdoria-Udinese
3-0, risultato inequivocabile, che permette ai blucerchiati di
superare in classifica i friulani. Il protagonista assoluto del match
è stato Eder, che già al 15° sbloccava il risultato su calcio di
rigore (concesso per il suo atterramento da parte del portiere). Il
brasiliano ha seminato il panico nella metà campo avversaria,
costringendo al fallo sistematico i bianconeri. Allan ne ha fatto le
spese, rimediando l’espulsione per doppia ammonizione. La ripresa
si è aperta con il raddoppio di Eder, che scattando sulla linea dei
difensori, finalizzava in rete un passaggio filtrante. L’azione è
viziata da fuorigioco, errore pesante ai danni dell’Udinese, che
poco dopo si è vista negare un netto rigore su Heutaux. Il palpabile
nervosismo del match ha fruttato un’altra espulsione per parte
(Soriano e Gabriel Silva). All’87°, una spizzata di testa di
Gastaldello chiudeva la partita sul 3-0. L’Udinese deve fare di
più, se non vuole rimanere impantanata nella zona retrocessione, a
soli quattro punti.
L
’Inter
non va oltre il pareggio per 1-1 con il Chievo, nell’ultimo
incontro del girone d’andata. Doccia fredda per i nerazzurri
all’8°, che subiscono la sassata sotto la traversa di Paloschi,
per il vantaggio clivense. I nerazzurri si scuotono subito, dopo
quattro minuti Nagatomo corregge in rete un cross basso di Alvarez.
Al 14°, clamoroso svarione della terna arbitrale: annullato il goal
del raddoppio del giapponese per un inesistente fuorigioco. Al 25°,
cross da destra di Johnathan e schiacciata di testa di Palacio , di
poco fuori. Nella seconda frazione, la furia interista si spegne e a
parte una punizione di Alvarez, respinta di pugni da Puggioni, non
c’è nient’altro da segnalare. L’Inter conferma le sue
deficienze, ma gli errori arbitrali iniziano a pesare su una
classifica già di per sé deludente.
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