L’ennesima
tragedia.
A
quando una fattiva politica estera europea?
di Walter Rodinó
Foto ripresa da: http://www.iltaccoditalia.info
Mentre
in Italia le attenzioni erano riservate alla caduta di un
personaggio, che ha saputo mortificare la dignità di questo stivale
che si protende nel Mediterraneo, nella notte vicino a Lampedusa, il
mare divorava tante altre vite ammassate su un barcone, pare,
incapace di resistere ad un momento di gioia per l’avvistamento
della terra sognata ed alle fiamme di una coperta accesa per
annunciare la presenza di tante anime sofferenti.
Finora
i morti accertati si avvicinano al centinaio, ma la tragedia potrà
essere, se possibile, ancora più grave se è vero che il barcone era
carico di circa cinquecento esseri umani (uomini donne e bambini).
Possiamo
ancora perdere il tempo per discutere delle storie di un condannato,
possiamo ancora lacerare le nostre giornate continuando a produrre
ricchezza che finisce in poche mani e non pensare che nel mondo
esistano miserabili condizioni di vita inimmaginabili? Noi che ci
affacciamo sul Mediterraneo e che, plasticamente, siamo come un
braccio dell’Europa proteso verso l’Africa, dobbiamo pretendere
che l’Europa, la ricca Europa, s’impegni in una politica che
faccia realmente cessare questa perenne tragedia.
Il
Ministro degli esteri Bonino, che tanto ha fatto per aiutare il terzo
mondo e per migliorarne le condizioni non solo economiche, pretenda
che questo problema sia al centro dell’attenzione dell’Europa
nel semestre italiano dell’UE il prossimo anno.
Non
sarebbe questo il momento di avviare un discorso su una diversa
politica dell’Unione non solo all’interno del mercato unico ma
anche verso l’Africa senza interventi militari ma con una costante
apertura di un dialogo teso a migliorarne le condizioni politiche,
sociali ed economiche?
Una
politica di questo genere richiederà immensi investimenti, ma il
ritorno potrebbe riservarci buoni risultati, se saremo capaci di
offrire loro l’aratro e la rete da pesca e non più danaro che si
perde tra i mille meandri fin dall’inizio del suo viaggio.
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