lunedì 2 dicembre 2013

Fußball Total numero 14°

Fußball Total!
Rubrica settimanale sul calcio di massima serie tedesco ed italiano
N°14 - Novembre 2013 
Con la collaborazione di Michele Sensini, Emiliano di Calogero, Gianluca Danese, Marco Cadin, Fabio Pierboni e del sottoscritto David Rodinó


BUIO TOTALE
Di Fabio Pierboni

Foto ripresa da:http://www.suedtirolnews.it 

Il Napoli si presenta all’Olimpico reduce da tre sconfitte consecutive e orfano di Hamsik. Benitez schiera dal primo minuto Pandev, Callejon e Insigne alle spalle di Higuain. La Lazio non vince dal 27 Ottobre, Petkovic si affida a Biglia e Gonzalez al centro del campo, con Candreva, Lulic e Hernanes a ridosso del giovane Perea.
I biancocelesti partono bene, Perea si danna l’anima pressando alto sui difensori partenopei, Candreva affonda spesso nella corsia destra mettendo in difficoltà Armero. Il Napoli sembra confermare la scarsa forma delle ultime uscite. A risolvere i problemi degli azzurri di Benitez ci pensa Higuain, ma soprattutto Cana e Ciani, il primo si lascia superare con disinvoltura dall’argentino, permettendo a “el pipita” di sbloccarsi portando in vantaggio il Napoli.
Neanche un giro di lancetta e ci pensa l’ex Behrami a riportare il risultato in parità. L’ennesimo cross di Candreva si trasforma in una carambola, lo svizzero/albanese cercando di intercettare il pallone lo scaraventa nella propria porta. Il primo tempo si chiude con due buone occasioni per la Lazio, che non riesce a concretizzare gli affondi.
Stesso copione nella ripresa, la Lazio parte bene, ma è il Napoli a trovare di nuovo il vantaggio. Pandev sfrutta al meglio una torre di Maggio girando in rete da distanza ravvicinata. Per la Lazio è buio totale, Petkovic comincia la solita girandola di cambi modulo, il fantasma di Hernanes passeggia sul prato dell’olimpico in cerca di se stesso, il tecnico di Sarajevo inserisce Floccari e Keita. Al 72’ la doccia fredda: ennesima disattenzione difensiva di Cana, che va a vuoto sull’apertura di Inler liberando Higuain, Marchetti in uscita non può nulla sul perfetto diagonale dell’attaccante.
Nel finale ci prova Keita a riaccendere le speranze della Lazio, il diciottenne di origini Ghanesi si porta a spasso l’intera difesa del Napoli, superando Reina con un destro potente. Speranze subito annientate, nemmeno a dirlo, dall’ennesimo errore difensivo, Mertens strappa il pallone dai piedi di Ciani, serve Callejon con un perfetto assist per il settimo centro dello spagnolo in questo campionato.
Sulla Lazio cala il buio, non resta che prendere in prestito le parole di Hornby: “Dopo un po’ non sei più capace di capire se la vita è una merda perché la Lazio fa schifo o viceversa.”


A tutta Bundesliga
14° Giornata
di David Rodinó


Foto ripresa da: http://www.kicker.de


La 14° gioranata non ha registrato sorprese. Le quattro squadre di testa vincono tutte e consolidano le posizioni valide per la Championsleague. In coda Norimberga e Braunschweig perdono ancora e con solo 8 punti in classifica dovranno sudare le cosidette sette camicie per risalire la china.

In testa alla classifica resta il Bayern Monaco che asfalta con una doppietta di Robben il Braunschweig. Nella ripresa i bavaresi tirano il freno a mano ma non corrono rischi.

Troppo forte il Leverkusen che consolida il suo secondo posto contro il Norimberga. Son, due volte, ed il solito Kießling regalano altri tre punti alla cittá dell´aspirina.

Vittoria ai calci di rigore per il Dortmund a casa del Mainz. L´1 a 3 finale é il risultato di tre rigori e di un calcio piazzato. Il pareggio sarebbe stato il risultato piú giusto ma l´esperienza degli uomini di Klopp ha avuto la meglio.

Soffre ma alla fine vince il Gladbach in casa 1 a 0 contro il Friburgo. Settimo successo casalingo per gli uomini guidati da Favre.

Lo Schalke strapazza in casa uno spento Stoccarda. Il 3 a 0 finale non lascia scampo agli uomini guidati da Schneider che dovrá rivitalizzare i suoi uomini se non vorrá trovarsi ben presto in una situazione scomoda.

Sesto risultato utile per il Wolfsburg. Il pareggio casalingo per 1 a 1  contro un Amburgo finalmente gagliardo é il risultato di un mach tirato ed entusiasmante per tutti i 90 minuti.

L´Herta Berlino spreca ancora nello 0 a 0 casalingo contro l´Augsburg. Gli ospiti riescono nel capolavoro di portare a casa un punto senza creare nei 90 minuti alcuna occasione da gol.

La partita tra le deluse é vinta dall´Hannover in casa contro il Francoforte.2 a 0 é il giusto risultato finale.

L´Hoffenheim conferma con il 4 a 4 casalingo contro il Werder Brema di essere la squadra piú pazza del torneo. Grande protagonista del match é stato Aaron Hunt del Werder.



A tutta Serie A
di Marco Cadin


Foto ripresa da: http://www.repstatic.it

Il goal di Llorente al novantesimo ha permesso alla Juventus di allungare il passo sulla Roma, che, ancora priva del suo capitano, fatica a trovare la luce in una strada che si fa sempre più buia. Gli otto punti conquistati dalla Vecchia Signora sulla Roma, negli ultimi quattro turni, non sono un bel segnale per chi ama assistere ad un campionato equilibrato. Tuttavia, sono ancora solo tre le lunghezze di distacco tra le due formazioni, quindi sembra prematuro parlare di fuga. Se i giallorossi passeranno indenni dalle forche caudine di Fiorentina e Milan, potranno presentarsi con forti credenziali allo scontro diretto della Befana. Il Napoli tiene il passo con il successo sulla Lazio, guardando con fiducia ad un girone di ritorno in cui avrà tutti gli scontri diretti al San Paolo.

Il derby d'Emilia finisce 1-1, nella cornice semivuota ed infreddolita del Tardini. Al 10º è il Bologna a passare in vantaggio: gran destro a pelo d'erba dal limite di Kone, che sfrutta al meglio la sponda aerea di Bianchi. Antonio Cassano conferma il suo stato di grazia realizzando il goal del pari, colpendo di prima e alla cieca il pallone servito da Sansone (23º). L'espulsione di Sorensen lascia il Bologna in dieci, costringendo gli ospiti a subire l'assedio parmense. Le conclusioni da fuori area di Sansone, Parolo e Marchionni non hanno avuto fortuna, mentre il colpo di testa nel recupero di Amauri si è spento a lato. Parma deludente, dopo l'esaltante successo del San Paolo.

Un goal per parte nel pareggio di domenica sera tra Genoa e Torino. I granata partono alla garibaldina chiudendo nella propria metà campo i grifoni. Dopo soli 48 secondi arriva il palo interno di Immobile, mentre il vantaggio si concretizza in modo fortunoso al 7º: il tiro  di Fernereud sbatte sul polpaccio di El Kaddouri e finisce in rete. La reazione dei rossoblu arriva nella ripresa, quando il neo entrato Fetfatzidis salta un uomo sulla trequarti e libera in area Biondini, che con un preciso diagonale di sinistro supera Gomis (69º). Sul finire, Perin salva la porta sul tiro a giro di Cerci e sulla conclusione a botta sicura di Immobile. Il solito Torino sprecone avrebbe meritato di più dello striminzito punto che porta a casa.

Milan corsaro al Cibali, secco 3-1 al Catania. L'ultima in classifica passa in vantaggio al 13º: Emanuelson serve involontariamente Castro, il cui tiro prende una parabola imprendibile in seguito alla deviazione di Bonera. I rossoneri trovano subito il pareggio, con uno destro al volo di Montolivo servito da Kaka. Nel secondo tempo, la punizione del redivivo Balotelli porta il vantaggio, mentre il 3-1 è tutta farina del sacco di Kaka. Il brasiliano entra in area ed insacca con un destro sotto l'incrocio (79º). La notte di Glasgow ha rinvigorito i rossoneri, ma il Catania è un test poco probante per gridare alla resurrezione.

La Roma non va oltre il pareggio nell'insidiosa trasferta di Bergamo. Privi di Totti, Borriello, Llajc e Pjanic, i giallorossi disputano un primo tempo senza idee e senza verve agonistica. A parte due conclusioni di Strootman e Marquinho ed un quasi autogoal di Benatia, la prima frazione si chiude senza grandi emozioni. La ripresa inizia con il vantaggio orobico: De Sanctis non è convincente sulla punizione di Brivio. Gli ingressi di Llajc, Pjanic e Ricci (esordiente) ridanno gioco alla Roma, ma il pareggio giunge solo al 90º, grazie ad una conclusione in piena area di Strootman. Quarto pareggio consecutivo per i capitolini, ma il finale in crescendo offre qualche buon auspicio per il futuro.

Netto 3-0 del Chievo sul Livorno. Primo tempo equilibrato, con le due squadre abbottonate, che si sfidano a colpi dalla distanza. Da una di queste conclusioni, scaturisce il vantaggio di capitan Rigoni (35º). Nel secondo tempo scompare il Livorno, i clivensi raddoppiano con Thereau, che colpisce di prima intenzione un cross basso di Hetemaj. Terzo goal di Paloschi, che sfrutta un'indecisione di Bardi. Chievo rigenerato dalla cura Corini.

Giusto pareggio per 1-1 tra Inter e Sampdoria. I nerazzurri non sono stati capaci di conservare e implementare il vantaggio conseguito al 18° minuto, allorquando Guarin scaricava in rete un pallone servito dallo “zigzagante” Alvarez. La ragnatela impostata da Mihajlovic ha sterilizzato l’attivismo degli esterni interisti (rimarchevole la prova di Alvarez), affidandosi per l’offesa alle conclusioni da fuori di Gabbiadini e Soriano. Nel secondo tempo, i padroni di caso sono scesi ulteriormente di ritmo e rendendosi pericolosi solo al 51°, quando Guarin ha colpito il palo a due passi da Da Costa. La Sampdoria, dopo aver dominato il campo nell’ultimo quarto d’ora, ha raggiunto il pareggio con il fresco Renan, che superva Handanovic con un diagonale rasoterra.

Cagliari-Sassuolo 2-2: un tempo per parte nella sfida salvezza del Sant’Elia. Ottimo abbrivio degli ospiti, che in meno di venti minuti si portano in vantaggio di due reti. Prima Marzorati schiaccia in rete una palla proveniente dal corner, poi Zazza supera con un diagonale l’incolpevole Avramov. Nella ripresa si scuote il Cagliari, accorciando le distanze con un perfetto stacco di testa di Nenè (subentrato nel primo tempo all’infortunato Ibarbo). A tre minuti dal termine, giunge il pareggio di Sau che ribadisce in rete una corta respinta di Pegolo sul tiro di Naingcolan.

Nel posticipo di domenica sera, vittoria di misura della Juventus sull'Udinese.  Primo tempo avaro di occasioni, Tevez al 10º chiede a Brkic un grande intervento per impedire la rete bianconera. L'Infortunio di Pirlo toglie tecnica al centrocampo, mentre Di Natale, dopo aver soffiato il pallone a Bonucci, non riesce a superare Buffon. Ad inizio ripresa si rinnova la sfida tra l'attaccante campano ed il portiere della nazionale e Buffon salva ancora la Juve. La pressione bianconera cresce con lo scorrere dei minuti, ma il goal vittoria arriva solo nei minuti di recupero: Llorente corregge in rete un tiro sballato di Lichtsteiner. Juventus cinica, ma un pizzico di fortuna c'è stato.

Partita scoppiettante al Franchi, terminata 4-3 per la Fiorentina sul Verona. Viola subito in vantaggio al 5º, grazie al tiro dal vertice sinistro di Valero. Un minuto per assistere al pareggio: Romulo ribadisce in rete una corta respinta di Neto. Il portiere gigliato si fa sorprendere al 14º da una prevedibile conclusione di Iturbe, ma è ancora Valero a ritrovare il goal con un tiro palesemente deviato. Vargas porta in vantaggio i viola poco prima del riposo, grazie ad un violento diagonale dal limite. Al 54º, quarto goal di Rossi su rigore, fischiato per un fallo di mano di Jankovic (espulso). Encomiabile finale degli scaligeri, che oltre ad evitare un ulteriore passivo, trovano il coraggio per il terzo goal di Giorginho. Il 4-3 finale è stato pesantemente condizionato dagli errori di entrambi i portieri.


4-2 del Napoli sulla Lazio all'Olimpico, nello scontro del monday night. Al 25º, scatto bruciante di Higuain che brucia Ciani e insacca in scivolata. Solo un minuto dopo, Berhami riveste la maglia laziale, realizzando l'autogoal del pareggio nel tentativo di anticipare Perea. Ad inizio ripresa, Pandev realizza una rete in mischia, mentre Higuain segna il terzo goal evitando il fuorigioco e superando Marchetti con un preciso diagonale. Il neo entrato Keita segna con un tiro sotto l'incrocio, dopo aver superato tre avversari. Nel recupero, Callejon sfrutta l'ennesimo errore di Ciani e mette in cassaforte il definitivo 4-2. Il Napoli ritrova fiducia, mentre la Lazio ha perso la solidità difensiva delle scorse stagioni.


Inter-Sampdoria 1-1
di Gianluca Danese
- Commento in forma ridotta e senza titolo causa agitazione della  redazione milanese contro le presunte censure della scorsa settimana. Libertà di espressione,rispetto per i miei lettori e solidarietà per Emiliano di Calogero-

Foto ripresa da: http://www.inter.it

La peggior Inter della stagione non va oltre l'1-1 in casa con la Sampdoria.

Trovato il vantaggio al 17' grazie ad una grande azione di Alvarez che serve a Guarin una palla solo da infilare, l'Inter fa l'errore di non chiudere la partita. Così dopo un primo tempo in cui fa la partita ma non tira mai in porta, nel secondo non entra mai nel match e si ritrova in balia di una Samp si volenterosa e votata all'attacco, ma che non ci è sembrata comunque una grande squadra.

Al 90' (dopo che c'erano state già avvisaglie), Renan trova il meritato pari con un bel tiro da fuori.



Oggi male tutti (tranne Cambiasso, Palacio e Jonathan) e soprattutto male Mazzarri che non è riuscito a fare cambiare passo alla squadra.


Una brutta Partita
di Michele Sensini

Foto ripresa da: http://kabarbola.net/

Quarto pareggio per la Roma che, con i due di ieri, porta a otto i punti persi sulla Juve in sole quattro partite. I giallorossi regalano più di un tempo all'Atalanta, squadra più adatta alla serie B che non alla massima serie italiana, presentandosi in campo senza uomini in grado di dare una marcia in più al gioco. Garcia lascia la qualità in panchina presentandosi senza Ljiaic e Pjanic ed affidano a Bradley e Marquinho rispettivamente il centracampo e l'esterno dell'attacco, costringendo così Gervinho ad un improbabile lavoro da centravanti. Il risultato è un solo tiro pericoloso dei giallorossi verso la porta difesa da Consigli fino al vantaggio atalantino, generosamente confezionato da De Sanctis. In poche parole quella di Bergamo è la partita più brutta della Roma fino ad oggi, e a nulla serve l'assedio degli utlimi venti minuti per cercare di riaddrizzare il match. Non serve a nulla neanche recriminare sull'arbitraggio anche se questa volta, effettivamente, alla Roma non viene concesso un rigore clamoroso e si fatica a comprendere quale sia stata la valutazione del recupero finale: tre minuti, con cinque cambi effettuati dalle due squadre e qualche perdita di tempo con gli atalantini in vantaggio, sanno molto di presa in giro. Si tornerà a fare sul serio già da domenica prossima e la speranza è che affrontando una squadra di grande livello come la Fiorentina i ragazzi di Garcia ritrovino gli stimoli e la cattiveria giusti che sembrano essere rimasti alle calde serate di ottobre. 

La partita. Garcia predilige i manovali del pallone per questa insidiosa trasferta e, con il senno di poi, sbaglia non poco rinunciando ad aggredire da subito gli orobici scesi in campo senza la difesa titolare. Dopo venti minuti in cui la Roma prova inutilmente a fare gioco, e in cui si segnala solo il sinistro da fori di Marquinho che impegna Consigli, i bergamaschi prendono fiducia e si rendono anche pericolosi colpendo la base del palo in azione di rimessa. Manca il possesso palla ordinato che aveva caratterizzato il gioco della Roma e il risultato è una partita molto brutta, complice anche la prestazione sottotono di De Rossi che ci ricorda quelle dei campionati recenti. Il secondo tempo si apre con il gol dell'Atalanta, con De Sanctis che risponde all'unico intervento della partita con una papera improbabile. Non ci sono scuse, né zolle, per giustificare l'infortunio su un tiro che non era neanche forte ma purtroppo De Sanctis è così, i napoletani lo sanno bene: grandi parate, grande sicurezza trasmessa a tutto il reparto ma clamorosi momenti di appannamento. Garcia cerca quindi di riaddrizzare la partita inserendo Ljiaic per uno spento De Rossi, ma la musica cambia solo con l'ingresso di Pjanic che rileva un Marquinho sempre troppo pasticcione. A un quarto d'ora dalla fine l'episodio che potrebbe cambiare la partita e che invece avvelena il sangue dei romanisti. Canini, già ammonito, para in area di rigore la botta ravvicinata di Maicon e nel prosieguo dell'azione Damato, non contento, annulla un gol a Bradley per fuorigioco quantomeno dubbio. Rigore ed espulsione, impossibili da non dare, che avrebbero costretto l'Atalanta a subire la Roma, in dieci, per più di un quarto d'ora. Nella confusione e nella rabbia i Giallorossi ritrovano sé stessi grazie a Pjanic che alimenta con costanza l'assedio alla porta del fenomeno di turno, Consigli, che leva palloni dalla porta a ripetizione. Non può nulla però sul tap-in di Strootman, servito alla perfezione da Ljiaic. L'Atalanta, ormai stanca ed appannata, viene salvata dall'ennesima strenna di Damato che manda tutti sotto alla doccia concedendo un recupero ridicolo e decretando un altro passo falso della Roma. Gli spalti. La superclassica degli ultrà non tradisce le attese e gli spalti bollenti dell'impianto bergamasco sono senza dubbio più belli dello spettacolo offerto dalle due squadre. Millecinquecento romanisti vengono accolti da una delle tifoserie più calde e 'ignoranti' d'Italia con una coreografia che rimanda al simpatico episodio estivo del carroarmato. Ma questa no, non è discriminazione perché i romani non sono napoletani e non hanno il Vesuvio, né epidemie di colera nella storia recente. Mentre i romanisti si fanno sentire per tutta la partita, gli orobici non brillano come al solito nonostante la partita sia di estrema importanza per il palcoscenico di provincia, oltre ad essere una delle rivalità più sentite per i tifosi della Dea ('gran porca di nomea', come ricordarono i giallorossi ai bergamaschi qualche anno fa). Il dopo partita è stile anni 80, con i bergamaschi che assediano i romanisti, costretti a restare nel settore ospite per oltre due ore. In Italia è così, non esiste un piano per arginare duecento bergamaschi che cercano lo scontro fisico con gli avversari, non esiste una tattica per fare arrivare 1500 romanisti in uno stadio senza che questi facciano danni e scappino da tutte le parti sin dall'arrivo a Milano. In Italia chiudono le curve perché cantano cori offensivi, chiamano dodicimila ragazzini a riempire i settori chiusi e i ragazzini, di tutta risposta, insultano il portiere avversario per tutta la partita. È successo a Torino, ma i giornali oggi parlano di 'lodevole iniziativa della Juventus'. Insomma, io credo che urlare 'ammerdaaa' al portiere avversario non sia un danno molto grave, se poi a farlo sono i bambini delle medie forse anche la nostra opinione pubblica si dovrebbe rendere conto che, da che mondo è mondo, allo stadio i tifosi non si sono mai dati del voi.



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