Fußball Total!
Rubrica settimanale sul calcio di massima serie tedesco ed italiano
N° 26 Marzo 2014
Con la collaborazione di Michele Sensini, Emiliano di Calogero, Gianluca Danese, Marco Cadin, Fabio Pierboni e del sottoscritto David Rodinó
A tutta Bundesliga
23°giornata
di David Rodinó
La Classifica ed i Risultati sono offerti da: http://www.kicker.de/
23°giornata
di David Rodinó
La Classifica ed i Risultati sono offerti da: http://www.kicker.de/
Chi fermerá il Bayern Monaco? Alla 23° giornata non ci é riuscito sicuramente lo Schalke che nulla ha potuto contro lo strapotere della compagine di Guardiola. Clamoroso il 6 a 2 finale della partita tra l´Hoffenheim ed il Wolfsburg. Importante il successo del Mainz in casa del Leverkusen in quanto con questo successo gli ospiti entrano a piedi uniti in zona Europa League mentre i padroni di casa lasciano il secondo posto in favore del Borussia Dortmund che si é sbarazzato del Norimberga. In coda alla classifica pareggiano il Friburgo e il Braunschweig mentre l´Amburgo e lo Stoccarda perdono ancora.
Begegnungen
Tabelle
Pl. | Verein | Sp. | g. | u. | v. | Tore | Diff. | Pkte. | |||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1 | 23 | 21 | 2 | 0 | 66:10 | 56 | 65 | ||||||||||||
2 | 23 | 14 | 3 | 6 | 54:27 | 27 | 45 | ||||||||||||
3 | 23 | 14 | 1 | 8 | 39:26 | 13 | 43 | ||||||||||||
4 | 23 | 12 | 5 | 6 | 42:35 | 7 | 41 | ||||||||||||
5 | 23 | 12 | 3 | 8 | 40:32 | 8 | 39 | ||||||||||||
6 | 23 | 11 | 4 | 8 | 32:35 | -3 | 37 | ||||||||||||
7 | 23 | 10 | 6 | 7 | 40:29 | 11 | 36 | ||||||||||||
8 | 23 | 10 | 5 | 8 | 34:27 | 7 | 35 | ||||||||||||
9 | 23 | 10 | 5 | 8 | 35:33 | 2 | 35 | ||||||||||||
10 | 23 | 7 | 8 | 8 | 52:48 | 4 | 29 | ||||||||||||
11 | 23 | 7 | 4 | 12 | 30:42 | -12 | 25 | ||||||||||||
12 | 23 | 6 | 7 | 10 | 26:39 | -13 | 25 | ||||||||||||
13 | 23 | 6 | 7 | 10 | 26:46 | -20 | 25 | ||||||||||||
14 | 23 | 4 | 11 | 8 | 27:40 | -13 | 23 | ||||||||||||
15 | 23 | 5 | 4 | 14 | 36:49 | -13 | 19 | ||||||||||||
16 | 23 | 5 | 4 | 14 | 38:52 | -14 | 19 | ||||||||||||
17 | 23 | 4 | 7 | 12 | 22:44 | -22 | 19 | ||||||||||||
18 | 23 | 4 | 4 | 15 | 17:42 | -25 | 16 |
Un Atmosfera spettrale
di Michele Sensini
Pareggiano tutto Inter e Roma, in una partita giocata nel deserto di un Olimpico mutilato e che ha fatto parlare di sé più per il casino arbitrale e le conseguenti prove tv che per il gioco espresso in campo. Bruttino in effetti, tanto che il pari ci sta tutto; la differenza tra le due squadre la fa il fatto che per l'Inter di Mazzarri la prestazione di domenica è stata una delle migliori del campionato, per i giallorossi di Garcia una delle più scialbe.
È pur vero che se non fosse stata la sagra dei cazzotti non visti avrebbe forse vinto l'inter per effetto del rigore ed espulsione che sarebbe arrivato già a metà del secondo tempo. Un vero peccato quindi che non sia arrivata la purga di Pjanic che poteva lasciarci aggrappati al treno tricolore che ormai punta dritto su Torino.
La partita. La Roma, per tutto il primo tempo, soffre un'Inter molto incisiva nella manovra, attenta nel non concedere nulla agli avversari e pericolosa in attacco, con Icardi in buona forma ma con Palacio per fortuna un po' appannato: il giocatore che ha tenuto a galla Mazzarri fino a due mesi fa non avrebbe mai sbagliato quell'occasione clamorosa nell'area piccola. Che tutto sommato resterà l'occasione più ghiotta di tutta la partita per l'Inter, calata visibilmente nel secondo tempo. Meglio la Roma nella seconda parte di gara, soprattutto con l'innesto di Pjanic, non a pieno servizio ma pur sempre l'unico in grado di dare fantasia alla squadra in assenza di Totti. Oltre alle assenze pesanti la Roma sta pagando troppo, in questo periodo, la latitanza del miglior Liaijc, bravo nel compitino ma mai decisivo come ce lo saremmo aspettato. Migliore in campo senza dubbio Nainggolan, una peste sugli avversari, sempre pronto e pericoloso nell'inserirsi e nel dettare il passaggio finale. Forse è anche merito dei lacci arcobaleno che decorano i suoi scarpini, indossati per dare un segnale contro l'omofobia nel calcio, bravo Radja!
Gli spalti. Pur se in pratica vuoti qualche spunto lo forniscono. Intanto abbiamo scoperto che dalla Tevere partono cori, tre in tutta la partita ma partono. Poi scopriamo che la demenza della Lega unisce due tifoserie da sempre ostili. I pochi interisti - segno della stagione opaca - resteranno in silenzio per tutta la partita per solidarietà.
In definitiva una bella atmosfera spettrale, grazie per lo spettacolo.
VITTORIA AI PUNTI SUL RING
di Gianluca Danese
L'Inter esce con un pareggio 0-0 dal terreno dell'Olimpico contro la Roma seconda in classifica.
Peccato perchè visto il gioco espresso sul campo si poteva tornare a casa addirittura facendo bottino pieno; è mancata come spesso accade la lucidità sotto porta. Non che si sia tirato molto nello specchio, ma comunque è stata la squadra di Mazzarri a cercare di fare la partita e a dare di più l'impressione di poterla vincerere, anche se nel secondo tempo è della Roma l' occasione più clamorosa con una grandissima parata di Handanovic su tiro di Pjanic.
Una partita un po' bruttina, noiosa, con manovre tutt'altro che fluide e tanti errori, dove soprattutto la Roma un po' incerottata non si è espressa ai suoi livelli abituali, grazie anche forse ad un' Inter determinata e ben messa in campo. Partita nervosa,caratterizzata da qualche scontro proibito, qualche pugno volato e tanti errori dell'arbitro.
Per la cronaca della partita vi rimando al commento dei miei autorevoli colleghi.
Per quanto riguarda la nostra amatissima e affezionatissima squadra, il tecnico Mazzarri ha presentato il solito schieramento con le due punte con Icardi al posto di Milito relegato in panca; torna Cambiasso per Kuzmanovic davanti alla difesa, mentre c'è Alvarez per il Profeta Hernanes costretto in panchina per i postumi di un infortunio muscolare.
Ottimo approccio alla partita, mai in soggezione, buon ritmo rispetto agli standard e pressing alto; più Guarin che Alvarez provano a manovrare ma portano sempre troppo palla e gli altri muovendosi poco in fase di manovra non aiutano. Buone notizie anche stavolta dalla difesa che tiene bene l'incerottato attacco giallorosso. Ottimo rientro di Cambiasso altra categoria rispetto a quella pippa di Kuzmanovic.
Qualche dubbio sui cambi di Mazzarri: il Profeta entra si al 69' ma incide poco e prende il posto di Alvarez che rispetto ad un primo tempo un po' opaco sembrava in crescita e più in palla; al 74' entra Botta per Icardi e non combina granchè, ma anzi toglie profondità e quell'ariete che fin li se l'era cavata abbastanza bene sportellando alla grande in mezzo alla difesa giallorossa. Bentrovato anche al Capitano che fa 5' al posto di Jonathan e non disdegna.
Comunque stasera c'è soddisfazione per la prestazione e per il punto esterno conquistato. Peccato che l'arbitro sig. Bergonzi nel primo tempo non abbia assegnato un sacrosanto rigore all' Inter per un pugno di De Rossi ad Icardi e conseguente espulsione; ricordando il rigore fuori area della partita di andata ormai si è capito da che parte oggi pende l'ago della bilancia.
di Fabio Pierboni
Dev’esserci un Dio del
calcio albanese che ogni tanto scende sulla terra, sceglie un suo
connazionale e si impossessa del suo corpo per mostrarci le sue
acrobazie divine. Era successo l’otto Gennaio del duemilasei, allo
stadio Olimpico di Roma, durante l’incontro tra Lazio e Ascoli Igli
Tare, centravanti biancoceleste legnoso e lento, di colpo si
trasformò in un cigno, coordinandosi alla perfezione in una
rovesciata che lasciava lo stadio ammutolito. A distanza di qualche
anno è successo di nuovo, questa volta allo stadio Artemio Franchi
di Firenze, dove il roccioso difensore centrale Lorik Cana è stato
prescelto dal Dio del calcio Albanese, sugli sviluppi di un corner il
giocatore laziale insaccava la porta viola con una bicicletta degna
del Parola immortalato sulle copertine delle figurine panini.
Nel posticipo serale
della ventiseiesima giornata la Lazio si presenta a Firenze priva di
Klose e dei due centrali di difesa, Reja schiera Perea al posto del
tedesco, con Candreva e Lulic sulle fasce, centrocampo a tre con
Ledesma, Biglia e Gonzales, in difesa Radu, Cana, Ciani e Konko, in
porta fiducia rinnovata a Marchetti. I Viola, privi di Borja Valero e
Pizarro, si schierano con la difesa a tre, Aquilani, Ambrosini e
Matias Fernandez al centro del campo, Quadrado, Tomovic e Joaquin
dietro l’unica punta Matri.
Silenzio Assordante al
Franchi per i dieci minuti di sciopero della tifoseria fiorentina.
Gli uomini di Montella, relegato in tribuna per la squalifica da
scontare, subiscono subito il pressing alto della Lazio. Al 5’
Ambrosini chiude in angolo una buona discesa di Konko, dalla
bandierina Candreva mette al centro, Gonzalo Rodriguez sfiora di
testa consentendo a Lorik Cana di esibirsi in una perfetta
sforbiciata alla Carlo Parola, che s’insacca alle spalle di Neto.
Al 10’ i tifosi viola cominciano a riempire le gradinate spingendo
la squadra a una reazione, la manovra dei gigliati però risulta
sterile per merito dell’ottimo pressing della squadra capitolina.
Al 43’ è la Lazio a rischiare il raddoppio, cross millimetrico di
Candreva dalla sinistra, Konko libero di calciare a porta spalancata
colpisce in pieno la traversa. Finisce il primo tempo con la squadra
di Montella poco lucida di fronte a una buona Lazio.
Secondo tempo con la
Fiorentina a fare possesso palla senza mai essere pericolosa e Lazio
a gestire il contropiede, per i biancocelesti si aprono vere e
proprie praterie ma in più occasioni gli uomini di Reja non riescono
a sfruttare le ghiotte occasioni che si ritrovano sui piedi. All’82’
sale in cattedra un ritrovato Marchetti che salva la porta in due
occasioni con altrettante prodezze: Prima alzando con la punta delle
dita un potente sinistro di Anderson, poi compiendo un vero miracolo
sulla girata di testa a colpo sicuro di Aquilani, il numero 22
laziale si tuffa sulla sua sinistra raggiungendo il pallone con un
colpo di reni.
La partita si chiude
senza altre grandi emozioni, la Lazio gestisce il vantaggio senza
correre altri pericoli, per i viola hanno pesato troppo le assenze a
centrocampo.
A Tutta Serie A
di Marco Cadin
Non è facile trovare le
parole per sostenere che il campionato è ancora aperto. La vecchia
signora non conosce passi falsi, spesso per meriti e talvolta per
fattori esterni. In questo turno, il fossato tra Roma e Juventus si è
allargato di altri due punti, rendendo sempre più fioca la fiammella
di speranza, che alberga ancora nei più speranzosi giallorossi. Le
ultime partite hanno rivelato una lupa con il fiato corto, che si
regge in gran parte sulla granitica solidità difensiva (11 reti
subite in 26 gare). Napoli e Fiorentina non hanno saputo approfittare
della defaillance romanista, ma per i partenopei c’è la ghiotta
opportunità dello scontro diretto al San Paolo. La Lazio, in virtù
del colpaccio in terra toscana, vede la zona Europa League a soli tre
punti: chissà che il finire di campionato non si tinteggi di rosa
per i biancocelesti. Inter e Milan hanno offerto due prove
confortanti, ma ancora povere di punti per la classifica.
Un
Olimpico mai così triste ha ospitato lo 0-0 tra Roma e Inter. I
primi dieci minuti danno l'impressione di una Roma più convinta, che
per poco non passa grazie ad un’iniziativa di Ljajc, che non trova
la finalizzazione di Gervinho. Poco dopo, l'ivoriano conclude al volo
un lancio di trenta metri di De Rossi, ma la poca forza impressa
permette ad Handanovic di mettere una pezza. Con l'incedere del match
i nerazzurri prendono campo, sfiorando il vantaggio con spaccata al
volo di Icardi (15º). Copiose proteste per una presunta trattenuta
sull'argentino. Un colpo di testa di Palacio finisce di un palmo
sopra la traversa (20º). Al 32º, i pochi supporter presenti gridano
al goal, ma la rete di Destro viene giustamente annullata per
offside. Nella prima parte del secondo tempo, i giallorossi sono
molto volenterosi, ma spesso si affidano ai tiri da fuori di
Nainggolan e Gervinho. Il neoentrato Pjanic ha la grande occasione
per segnare il goal risolutivo, ma il suo diagonale solitario è ben
respinto da Handanovic (75º). Nel finale le squadre si accontentano,
come dimostrano i cambi operati da Garcia. La Roma è apparsa stanca,
nella sfida col Napoli servirà ben altro di ciò che è stato
espresso. L'impressione è stata che un'Inter più cinica e convinta
avrebbe potuto vincere.
Il Cagliari rifila un
secco 3-0 all’Udinese. I bianconeri avrebbero potuto incardinare il
match in un’altra direzione, qualora Di Natale non avesse concluso
sopra la traversa, il pallone offerto dall’attivo Yebda (17°).
Sessanta secondi dopo, Ibarbo si libera del difensore con uno stop di
petto a seguire e batte Schuffet. Al 23°, Di Natale conferma la sua
giornata negativa, concludendo con un debole diagonale sui cui
Avramov sa distinguersi. Al 28°, Di Natale colpisce con violenza un
pallone che, deviato da Dessena, si va ad infrangere sulla traversa.
Nel secondo tempo, Basta cerca il pareggio con un tiro da fuori area,
ma Avramov non si fa sorprendere. All’81°, Vecino raddoppia
concludendo dal dischetto un pallone proveniente da un calcio di
punizione. A due minuti dal termine, Ibraimi dribbla Danilo e
realizzo il 3-0 con un preciso sinistro a giro. Risultato severo per
gli inconcludenti friulani, capaci di creare almeno cinque nitide
occasioni da goal.
L’Atalanta scappa a 10
punti dalla zona retrocessione, battendo 2-1 il Chievo. Il vantaggio
bergamasco giunge inaspettato al 21°, quando Frey rinvia in malo
modo un pallone di testa, permettendo a Carmona di concludere in rete
dal limite dell’area. Paloschi prova riequilibrare il match, ma la
sua conclusione, permessa dalla sponda aerea di Hetemaj, è facile
preda di Consigli (32°). Dopo un’occasione per parte, sciupate da
Raimondi e Paloschi, si assiste all’espulsione di Cesar per doppio
cartellino giallo. Nonostante ciò, i clivensi hanno la forza di
pareggiare: Dainelli anticipa la difesa avversaria di testa, colpendo
il pallone giunto da una punizione di Rubin (72°). A cinque minuti
dal termine, il fortino scaligero capitola: triangolazione
Cigarini-Denis-Cigarini e diagonale rasoterra vincente.
Vittoria del Genoa sul
Catania per 2-0. I rossoblù impiegano un quarto d’ora a piegare le
resistenze degli ospiti: pasticcio di Spolli che liscia il rinvio
difensivo, doppio tiro di Antonelli, che al secondo tentativo
insacca. Gli etnei, pur non creando grossi pericoli, prendono
l’iniziativa. Bellusci rimedia due cartelli con due falli veniali,
lasciando i suoi in inferiorità numerica per tutta la ripresa. Al
69°, Fetfatzidis calcia una bella punizione, ma Andujar gli nega la
soddisfazione della rete. All’80°, un colpo sotto di Gilardino,
sull’uscita del portiere, esce d’un soffio. Il raddoppio arriva
grazie a Sturaro: diagonale di destro, in seguito all’erroneo
disimpegno di Izco. Appare evidente che, se il Catania vorrà
salvarsi, dovrà evitare di regalare agli avversari invitanti palloni
in piena area e la superiorità numerica.
Il Parma espugna il Mapei
Stadium, superando 1-0 il Sassuolo. Scudati subito in vantaggio con
Parolo, capace di insaccare sul primo palo il suggerimento di
Biabiany (2°). Gli ospiti dominano tutta la prima frazione,
sfiorando il raddoppio con Amauri di testa, con l’inzuccata di
Lucarelli in fuorigioco e con due conclusioni alte della punta
brasiliana. Al 65°, Cassano può concludere solo davanti al
portiere, ma il tiro è facile preda di Pegolo. Sei minuti dopo,
Berardi si fa espellere per una gomitata su Molinaro, mettendo ancor
più nei guai i compagni. La gara si spegne senza ulteriori sussulti.
L’esonero di Malesani non è una sorpresa, almeno non quanto lo fu
il suo ingaggio.
La Sampdoria vince per
2-0 la sfida con il Torino. L’Olimpico ha assistito all’inizio
veemente degli ospiti, capaci di passare in vantaggio già al 7°:
Okaka pronto a sfruttare le indecisioni della retroguardia
avversaria. Renan sfiora il sette con un potente tiro dalla distanza
(16°), mentre Okaka coglie la traversa con un colpo sotto (17°).
Per notare la squadra di Ventura bisogna attendere il 42°, quando il
cross basso di Cerci non viene intercettato da Immobile, a causa
dell’interferenza di Da Costa. Nella ripresa, i granata non
riescono ad incidere, mentre i doriani trovano il raddoppio con una
punizione mancina di Gabbiadini (79°). La Samp può dormire sonni
tranquilli di qui alla fine del campionato.
Il premio per l’incontro
più insignificante della domenica va senza dubbio allo 0-0 tra
Verona e Bologna. L’Hellas non è parsa nemmeno l’ombra della
squadra rivelazione del torneo, mentre il Bologna può mangiarsi le
mani per non aver conquistato un fondamentale successo esterno. Nel
primo tempo, la superiorità degli ospiti crea solo un diagonale di
Bianchi, su cui Rafael si oppone da par suo. La ripresa si apre con
un rigore in favore dei felsinei, ma Bianchi si fa parare il penalty
da Rafael. Quando Cristaldo si fa espellere per una gomitata, la
partita si spegne definitivamente.
Il Napoli non va oltre
l’1-1 sul campo del Livorno. I partenopei partono forte, chiudendo
i padroni di casa nella propria metà campo. Al 10°, Mbaye anticipa
l’accorrente Hamsik, ma solo la traversa lo salva da un’incredibile
autogoal. La pressione ospite costringe Cecchirini a fermare
irregolarmente Pandev, causando il calcio di rigore. Mertens
trasforma senza esitazioni (30°). Il Napoli si rilassa, permettendo
al Livorno di pareggiare dopo soli 9 minuti: Reina spinge in rete il
pallone, precedentemente colpito di tacco da Mbaye. La ripresa del
Napoli è deludente, la migliore occasione si palesa al novantesimo,
allorquando Zapata non sfrutta l’invitante cross basso di Insigne,
mettendo fuori a pochi passi dalla riga di porta.
La Lazio vince
meritatamente per 1-0, sul campo di Firenze. I viola subiscono la
doccia gelata al quinto minuto: Cana regala al pubblico una mezza
rovesciata da applausi, su cui Neto non può nulla. Negli ultimi
cinque primi della frazione, le due squadre si scatenano. Prima
Gonzalo Rodriguez sfiora il pareggio con un colpo di testa che
sorvola di un soffio la traversa, poi Konko colpisce in pieno il
montante alto, tirando dall’area piccola avversaria. Al 72°,
Tomovic manda alle stelle un assist di Matri e poco dopo è Aquilani
ad impegnare in tuffo Marchetti, con un colpo di testa a botta
sicura. Anche i biancocelesti potrebbero segnare, ma Onazi conclude
tra le braccia di Neto, non finalizzando al meglio la triangolazione
con Perea. La pressione viola non sortisce effetti, facendo diventare
realtà la seconda sconfitta consecutiva tra le mura amiche.
Il Milan non riesce
nell’impresa, perdendo 2-0 con la Juventus. La notte del Meazza non
è stata una passeggiata per la capolista, che per merito di Buffon e
di un po’ di buona sorte non è capitolata nell’arco della prima
frazione. I bianconeri hanno l’umiltà di rimanere ben chiusi,
ripartendo con pericolosi contropiedi. Pazzini da una parte e
Lichtsteiner dall’altra fanno sobbalzare i tifosi con le loro
opportunità, ma al 26°la rete milanista sembrerebbe fatta: Kaka,
solo in area, si fa respingere il tiro da Buffon, sul tapin vincente
del brasiliano spunta il piede di Bonucci che salva la palla sulla
linea. Al 44°, la ripartenza bianconera è fatale: Llorente conclude
in rete il cross basso arretrato offerto da Lichtsteiner. Al 51°,
Buffon respinge in tuffo un beffardo tiro-cross di Taarabt. A metà
del secondo tempo, Tevez è lasciato libero sulla tre quarti campo:
il violento tiro dell’argentino sbatte sulla traversa e s’infila
in rete. Pogba rischia di realizzare il troppo severo 3-0, colpendo
il palo con un poderoso destro da venticinque metri. Nei minuti di
recupero, Robinho prende la traversa con un tiro ravvicinato, non
regalando ai rossoneri l’effimera gioia del goal della bandiera.
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