mercoledì 2 aprile 2014

Fußball Total N° 31

Fußball Total!
Rubrica settimanale sul calcio di massima serie tedesco ed italiano
N° 31  Aprile 2014
Con la collaborazione di Michele Sensini, Emiliano di Calogero, Gianluca Danese, Marco Cadin, Fabio Pierboni e del sottoscritto David Rodinó
FRITTATA DI PESCE
di Gianluca Danese 
L'ennesima orribile Inter impatta 2-2 a Livorno dopo essere stata in vantaggio di due reti buttando letteralmente via i tre punti con un suicidio finale.

Solito schieramento ma novità in avvio: c'è piede di cemento Kuzmanovic per Cambiasso(perchè?), Alvarez per Guarin e D'Ambrosio per Nagatomo.
Primo tempo inguardabile come accade spesso; squadra senza gioco, poco aggressivi, fermi, zero verticalizzazioni, lanci e passaggi sbagliati... Alvarez è inesistente, il Profeta non emerge, Icardi non è servito e non fa niente per farsi notare, Palacio come al solito si danna l'anima ma predica nel deserto, D'Ambrosio e Jonathan partecipano poco. 
Ci troviamo in vantaggio 2-0 solo perchè il Livorno sembra poca cosa. Le reti al 36' con il Profeta che ribadisce di prepotenza una ciccata di Icardi sotto porta, e al 45' con Palacio che insacca in sforbiciata sporca un bel cross di Jonathan.
Partita chiusa? Nientaffatto: dopo 10' in controllo al 53' su un angolo corto Paulinho si stacca dalla marcatura e con un gran piattone beffa tutti. La squadra ricomincia a sbandare ed il Livorno comincia a crederci e pur facendo poco mette comunque paura alla retroguardia neroazzurra.
Poi la partita sembra di nuovo in controllo, entra Guarin per Hernanes(forse era meglio tenere in campo il Profeta e far uscire un irritante Alvarez). Al 76' tripla occasione per chiudere fallita con Icardi e Guarin.
Sembra tutto andare per il verso giusto quando all'80' Guarin sulla trequarti avversaria, in pieno possesso palla, pensa bene di tirare una ciabattata verso Handanovic, sulla traiettoria c'è il velocissimo Emenghara (appena entrato, freschissimo,) che supera il "giovane" Samuel (che doveva stenderlo), e di piatto infila il 2-2.
Il disastro è compiuto. Non c'è più tempo per pareggiare, non c'è più voglia, non c'è più forza, non c'è convinzione.
Continuiamo così, facciamoci del male.

Col veleno, fino alla fine!
di Michele Sensini

Continua la formidabile cavalcata dei giallorossi che nel recupero della gara interrotta per nubifragio il 2 febbraio scorso incamerano altri tre punti. Più nove sul Napoli e meno otto dalla Juve, 73 punti alla 31esima giornata, 17 gol subiti e migliore difesa d’Europa, due sole sconfitte fin’ora e secondo attacco del campionato con ben sedici giocatori in gol. Numeri impressionanti, da primato se non fosse per i marziani listati a lutto e guidati da un pugliese col parrucchino, antipatico come la varicella ma miracoloso nel gestire i suoi in questa stagione. Se quello che sta facendo la Juve è incredibile, è altrettanto difficile mantenere il ritmo e rimanere lì sotto, continuando a giocare ogni partita come fosse l’ultima. Comunque vada, quindi , grazie ragazzi per le vittorie, per il gioco ma soprattutto per il veleno che state dimostrando di avere in ogni partita.   
La partita. I ventidue in campo si fanno perdonare subito per il disturbo causato dal rinvio della partita. Si riparte da un fallo laterale ma non c’è neanche il tempo di adagiare il giornale sul seggiolino che sono subito fuochi d’artificio: dopo un minuto gol di Gervinho su palla ribattuta dal palo colpito da Destro, dopo due minuti altro gol, pazzesco, al volo ad incrociare, sempre di Gervinho pescato però in fuorigioco. Poi gol bellissimo di Acquah che pareggia i conti ma poco dopo incursione di Pjanic che serve il Capitano per il classico rigore in movimento che porta a venti il bottino di Totti contro il Parma e, dopo altri 5 minuti, altro gol annullato per fuorigioco a Destro. Ancora emozioni e tante azioni, sia per il Parma con un indemoniato Amauri fermato solo dal gigantesco Benatia, che per la Roma capace di sfruttare bene le ripartenze. Una di queste è da manuale, con Totti che illumina servendo Maicon (ancora tra i migliori), palla dentro per Destro che incoccia sulla traversa, ancora tremante. Il secondo tempo si apre con l’ennesima cavalcata della freccia nera, un po’ egoista nel cercare la porta ma comunque efficace visto che dalla ribattuta nasce il gol con cui Miralem Pjanic festeggia la 24esima candelina. Sul finire arriva il momento più bello, quello del gol di Rodrigo Taddei e della sua corsa sotto la sud, suggellata dall’assalto alla vetrata. Ecco uno dei motivi per cui amo il calcio, perché è impagabile l’emozione di sentire mia madre, ormai ottuagenaria, che a fine partita si attacca al telefono e con la voce ancora rotta dall’emozione mi chiede com’era dal vivo la corsa a perdifiato di Rodrigo sotto la sud. Con l’emozione ancora a mille e tutto lo stadio in piedi a tributare onori ad un indomito leone che da dieci anni veste la maglia giallorossa segna Biabiany, ma poco importa.
Gli spalti. Serata come tante in curva Sud, con un episodio che però è degno di nota perché segna una mezza inversione di tendenza. Da qualche anno la sud ha smesso di fare cori per i giocatori, eccezion fatta per  Totti - come potrebbe essere altrimenti – unico a meritare cori “su misura”. Si tifa solo la maglia, secondo i dettami più rigidi dell’avversione al calcio moderno che vede ballerine strapagate cambiare squadra come si fa con una giacca comprata all’oviesse. Ma a Roma no, ce n’è di gente che quella maglietta la sente come una seconda pelle, e non solo i romani/romanisti. No, c’è anche Rodrigo Taddei da San Paolo del Brasile, 34 anni, nove passati in giallorosso, sempre il primo ad arrivare a Trigoria e sempre l’ultimo ad andarsene, sempre pronto a scendere in campo anche quando meno se lo aspetta. La sua corsa, una mano sul petto che batte e l’altra ad indicare noi, fa sciogliere i rudi ultras in un coro bello e spontaneo che scandisce forte il suo nome. Un altro bel capitolo di una stagione fantastica.

A tutta Bundesliga
28° giornata
di David Rodinó

La 28° giornata della Bundesliga è iniziata venerdì sera con la partita fra Hertha Berlino e Schalke 04. I berlinesi, in crisi di risultati e di gioco, hanno perso per la quarta volta consecutiva e scivolano così al decimo posto della classifica. Lo Schalke, malgrado il successo per 2 a 0, resta invece al terzo posto, staccato di un punto dal Borussia Dortmund. Gli uomini di Jürgen Klopp si sono imposti per 3 a 2 sullo Stoccarda, grazie soprattutto all’apporto del fenomenale Marco Reus, autore di una straordinaria tripletta. Il Leverkusen frena la sua corsa pareggiando per 1 a 1 nella partita casalinga contro il Braunschweig ultimo in classifica e vede avvicinarsi nella lotta per il quarto posto il Wolfsburg, che ha sfruttato al meglio il turno casalingo contro il Francoforte. Il Mainz si impone con un chiaro 3 a 0 sull’Augsburg mentre in un infuocato match tra squadre che lottano per non retrocedere il Friburgo batte per 3 a 2 il Norimberga. Inatteso stop per il Bayern di Pep Guardiola, che non riesce a superare un ottimo Hoffenheim e chiude sul 3 a 3 finale una partita piena emozioni. Non si arresta la crisi dell’Amburgo, battuto facilmente dal Gladbach, mentre fa il colpo grosso il Werder Brema che vince ad Hannover grazie ad un gol all’ultimo minuto di Prödl, e manda in crisi la squadra della Bassa Sassonia, scivolata in una zona molto pericolosa della classifica.
La classifica della Bundesliga dopo il 28° turno:
Bayern 78
Dortmund 55
Schalke 54
Leverkusen 48
Wolfsburg 47
Gladbach 45
Mainz 44
Augsburg 39
Hoffenheim 36
Hertha 36
Francoforte 32
Brema 32
Hannover 29
Friburgo 29
Norimberga 26
Stoccarda 24
Amburgo 24
Braunschweig 22
Il prossimo turno: Amburgo-Leverkusen; Stoccarda-Friburgo; Brema-Schalke; Norimberga-Gladbach; Augsburg-Bayern; Francoforte-Mainz; Dortmund-Wolfsburg; Braunschweig-Hannover; Hertha-Hoffenheim.
A Tutta Serie A
di Marco Cadin

Quando tutto sembrava deciso, tutto è tornato in discussione. La vittoria del Napoli ha evidenziato la stanchezza di una Juventus molle, salvata nelle settimane scorse dalle prodezze di Pirlo e Tevez. La Roma ha la possibilità di portarsi a otto punti di stanza, qualora vinca la sfida di recupero contro il Parma, prevista per mercoledì. Si tratta di uno snodo cruciale, indispensabile per mettere un po’ di sana pressione sulle spalle dei campioni d’Italia. La rimonta appare ardua, considerando che i bianconeri dovrebbero perdere tre gare nelle ultime sette giornate, quando finora sono usciti sconfitti per due volte in trentuno occasioni. Inoltre i giallorossi dovrebbero vincere tutti gli scontri, cosa tutt’altro che scontata. Anche in zona Europa League la situazione è mutata. La vittoria laziale nello scontro diretto con il Parma ha riaperto un discorso, che comprende anche Atalanta e Milan per la volata finale. La zona salvezza pare pietrificata, infatti, nessuna delle ultime sei squadre ha raccolto tre punti.
Il Bologna perde 2-0 in casa contro l'Atalanta. Gli orobici infilano il sesto successo consecutivo, mostrando uno stato di forma invidiabile. La partita è stata decisa nei primi quarantacinque minuti. Al 22º, Perez si fa soffiare palla da De Luca, che si aggiusta il pallone sul sinistro e batte Curci. Immobili i difensori emiliani. Cinque minuti dopo, Estigarribia scarica in rete un sinistro poderoso sotto l'incrocio dei pali. La reazione bolognese si vede solo nella prima parte del secondo tempo, espressa nei tiri di Ibson e Moscardelli. Tuttavia l'Atalanta non corre reali rischi, portando a casa la vittoria. I rossoblù possono solo sperare nelle disavventure delle dirette concorrenti alla salvezza.
Il miglior Milan della stagione supera 3-0 il Chievo. Dopo solo quattro primi, Balotelli porta in vantaggio i suoi, colpendo di piatto al volo un cross di Rami. Al 27º, Honda imbecca in area piccola Kaka, che stoppa di petto e appoggia in rete. Nella circostanza va rimarcata la pigrizia nelle uscite di Agazzi. Honda riesce a sbagliare l'impossibile, calciando alle stelle un assist invitante di Balotelli (39º). Il terzo goal è solo rimandato al 54º: dopo una gran parata di Agazzi sul colpo di testa di Honda, Kaka segna con un tiro a giro sul secondo palo. Standing ovation per il brasiliano. Il Chievo potrebbe accorciare le distanze a tempo scaduto, ma Thereau calcia sulla traversa il penalty. Il Chievo da trasferta non è parente di quello casalingo.
Importante vittoria della Roma a Sassuolo per 2-0. I giallorossi hanno giocato bene nei primi venti minuti, mettendo più volte alle corde i padroni di casa. Già al 3º, Destro mette fuori di testa un cross di Florenzi. Il vantaggio giunge al 16º: filtrante centrale di Nainggolan per Destro, che con un colpo sotto supera Pegolo. Al 35º, l'episodio discusso del contatto tra Sansone e Benatia: l'arbitro prima fa sorvolare, poi convinto dall'assistente fischia il rigore, infine annulla la decisione dopo la confessione di Sansone. Rizzoli troppo indeciso per rappresentarci ai mondiali. Nella ripresa i neroverdi premono, ma non sono quasi mai pericolosi. All'80º, Berardi, approfittando di un errore di Castan, spara fuori con un tiro a giro. Nel recupero, Totti serve Bastos, che in diagonale realizza il raddoppio. Una Roma non fantastica si vendica del pareggio dell'andata.
La Lazio vince per 3-2 lo scontro diretto con il Parma. Partita equilibrata, piena di errori, ma il risultato finale è giusto. Al quarto d’ora, i biancocelesti sono già in vantaggio: Lulic ribatte in rete la corta respinta di piede di Mirante. Undici minuti dopo, Biabiany regala il pareggio ai suoi, saltando Marchetti con un pallonetto e depositando la palla in rete di testa. Arrivati a metà ripresa, Klose viene servito al limite dal solito Lulic, il tedesco batte Mirante con un preciso diagonale. Al 79°, la ditta Ciani-Marchetti confeziona uno degli autogoal più comici che si siano mai visti: il difensore stoppa in modo goffo un innocente cross di Palladino, sorprendendo il suo portiere, che si fa passare il pallone sotto le gambe. Munari potrebbe completare la beffa, ma il suo colpo di testa finisce a lato di un nulla (84°). Per fortuna della Lazio, ci pensa Candreva a sistemare le cose a tempo scaduto. L’azzurro sistema un gran tiro di prima intenzione sotto la traversa, sfruttando un cross basso di Keita. Ora la battaglia per l’Europa League entra nel vivo.
Ecumenico 0-0 tra Sampdoria e Fiorentina. Nel primo tempo, si sono evidenziate un’occasione per parte. Al 5°, De Silvestri serve Eder che, nonostante possa prendere la mira con tutta calma, conclude a lato. Mati Fernandez , giunto al limite dell’area, scarica un tiro che sfiora l’incrocio dei pali (40°). Al 57°, Cuadrado crea scompiglio nella metà campo avversaria, ma il suo cross e la susseguente conclusione di Valero vengono ribattuti da Mustafi. Vargas riesce a sorprendere Da Costa con un tiro dalla tre quarti campo, ma la traversa salva i doriani (78°). Nei minuti di recupero, Matri potrebbe deviare in rete un cross di Valero, tuttavia il suo colpo di testa termina a lato. Mihajlovic riesce a farsi espellere protestando per un fallo laterale, si dice per non essere in panchina nella sfida con la Lazio…
Il Torino s’impone 2-1 sul Cagliari. Dopo una conclusione pericolosa di Nenè, è Meggiorini a sfiorare il vantaggio in spaccata (33°). Allo scadere del tempo arriva il goal granata: cross improvviso di Cerci, che trova il colpo di testa in tuffo di El Kaddouri. Uno scatenato Meggiorini dà più di un grattacapo ai sardi, prima coglie una traversa di testa e poi impegna Avramov con un tiro da fuori area (55°). Il raddoppio piemontese arriva al minuto settanta: Vives lancia in un solitario affondo Cerci, che di piatto in diagonale supera il portiere. Al 77°, Nenè riapre il match con una poderosa incornata, che piega le mani di Padelli, ma nei minuti rimanenti i sardi non sanno combinare molto. Per il Cagliari non è ancora il tempo di festeggiare la salvezza.
Il Verona torna al successo battendo 3-0 il Genoa. Prima occasione per gli ospiti, vista la spizzata di testa di Gilardino, che esce di poco (5°). Dopo un’occasione per parte, con i colpi di testa di Centurion e Toni, Donadel sfoggia un tiro violentissimo da fuori area, che sbattendo sul palo entra in rete (35°). Allo scadere del tempo, Albertazzi si fa espellere per doppia ammonizione. Il giovane azzurro del Verona non meritava tanta severità. Nonostante l’inferiorità numerica, è l’Hellas ad attaccare. Toni sradica un pallone al centrocampo grifone, il passaggio di ritorno di Marquino gli permette di realizzare il raddoppio (88°). La doppietta dell’ex Bayern arriva nel recupero, quando Agostini lo serve in modo da tirare a porta vuota. L’Hellas ha ritrovato la voglia di vincere, mentre il Genoa dorme sonni tranquilli.
Il Napoli vince il big match del trentunesimo turno, battendo la Juventus 2-0. Vittoria netta, che nel primo tempo non si è evidenziata nel risultato solo grazie alle prodezze di Gigi Buffon. Primo squillo di Callejon che, ricevuta palla da un contrasto, colpisce da due passi, ma trova l'opposizione di Buffon. Dopo un goal giustamente annullato ad Hamsik, lo stesso slovacco calcia con violenza un suggerimento di Henrique, ma il numero uno italiano è superlativo (10º). Al 29º, Callejon trova i pugni del portierone azzurro, tuttavia il vantaggio è solo rimandato. Insigne pesca in area l'inserimento di Callejon, che a due metri dalla riga conclude in rete. Nella ripresa, la Juve è più attiva grazie all'ingresso di Vucinic, ma in realtà non è mai pericolosa. Al 60º, Buffon toglie dal sette la punizione di Ghoulam. Hamsik viene liberato al limite da Pandev, ma il suo tiro è debole (77º). Il macedone veste i panni dell'assistman anche nel lancio del raddoppio (81º): Mertens entra in area di forza, segnando con un perfetto diagonale. Juventus irriconoscibile: la presenza di Tevez sarebbe stata importante, ma non sufficiente a sovvertire l'esito di una partita mai in discussione.
L’Udinese raggiunge i rassicuranti 40 punti, battendo 1-0 il Catania. Inizio promettente dei siciliani, che al 10° colgono la traversa con un destro di Plasil. Poco dopo, Scuffet è pronto ad uscire sui piedi di Barrientos e Plasil, chiudendo perfettamente lo specchio della porta. Al 38°, un retropassaggio scellerato di Gyomber lancia in porta Di Natale, ma il bomber campano non riesce a superare Andujar. Nico Lopez riesce a fare di peggio, calciando fuori, a due passi dalla porta, un assist al volo di Allan (41°). Il secondo tempo è un susseguirsi di ripartenze, entrambe le squadre potrebbero sbloccare il risultato in qualunque momento. La spuntano i friulani, potendo contare su un uomo d’area di talento ed esperienza come Di Natale: il capitano bianconero insacca in tuffo di testa il cross al volo di Pereyra (68°). Scuffet è bravo a vanificare le conclusioni di Barrientos e Lodi, superandosi nel respingere il colpo di testa di Berghessio (82°).
L’Inter non riesce a superare il Livorno, fermandosi sul 2-2 in terra toscana. Dopo un bel tiro a giro di sinistro di Hernanes, i nerazzurri passano in vantaggio al 37°: Icardi liscia il tiro sulla torre di Palacio, ma il profeta è pronto a scaraventare la palla in rete. Prima del finire del tempo, Palacio raddoppia con un destro schiacciato al volo. Al 54°, uno schema del Livorno riapre il match: Paulinho tira sotto l’incrocio dei pali un suggerimento basso dal corner di Greco. A cinque primi dal termine, Guarin serve con un filtrante invidiabile, quanto masochistico, il pelide Emeghara, che batte Handanovic con un preciso piatto destro. I nerazzurri hanno buttato dalla finestra tre punti già in cassaforte, non concretizzando le ripartenze e commettendo imperdonabili leggerezze difensive.


L’Ultimo treno per l’Europa
di Fabio Pierboni

La Lazio tenta l’ultimo assalto all’Europa League, Reja contro il Parma deve fare a meno dei due registi Biglia e Ledesma, il tecnico di Gorizia ridisegna la squadra con un 4-2-3-1 di vecchia memoria, in porta rientra Marchetti, Onazi e Cana al centro del campo, Mauri, Candreva e Lulic dietro a Miro Klose. Donadoni deve fare a meno di Paletta per infortunio, al suo posto schiera Felipe, assente anche Amauri per squalifica, unica punta Cassano con Biabiany e Schelotto sulle corsie esterne.
I biancocelesti perdono Novaretti dopo pochi minuti per infortunio, al suo posto entra Ciani. Dopo un inizio di partita equilibrato la Lazio sfrutta al meglio l’affondo di Candreva che serve Konko in profondità, il francese mette al centro e Lulic porta in vantaggio la Lazio con un piatto destro che va a insaccarsi alla destra di Mirante. Al 26’ il Parma va vicino al pareggio, Marchetti devia d’istinto su Schelotto, è solo il preludio al gol, Marchetti è meno preciso sul tiro di Cassano, la sua respinta difettosa permette a Biabiany di ribadire in rete di destra. Il Parma prova ad aumentare il ritmo ma l’assenza di una vera punta impedisce agli Emiliani di concretizzare gli affondi, la Lazio prova a rispondere agli attacchi dell’avversario con Klose spesso sacrificato sulla linea dei centrocampisti, in cerca di palloni da giocare.
La prima parte del secondo tempo scorre sulla falsariga del primo, Marchetti respinge con i pugni una conclusione di Parolo, Mirante si oppone al tiro di Lulic leggermente deviato. Reja si accorge finalmente che è giunto il momento di provare a vincere la partita, inserisce Keita inspiegabilmente fuori dall’undici titolare. Al 67’ la Lazio torna di nuovo in vantaggio, Lulic verticalizza per Klose che batte Mirante con un preciso destro in diagonale. A riportare il risultato in parità ci pensano Ciani e Marchetti, il primo mancando la respinta sul cross di Palladino, e il secondo facendosi passare il pallone sotto le gambe senza riuscire a respingerlo. La frittata è fatta e il Parma rischia addirittura di passare in vantaggio, questa volta Ciani riscatta almeno parzialmente l’episodio del gol, chiudendo provvidenzialmente su Palladino che aveva superato anche Marchetti.
Le partite però finiscono solo quando l’arbitro fischia tre volte, all’ultimo istante ci pensa Keita a inventare un affondo permettendo a Candreva di concludere con potenza sotto la traversa, l’ultimo treno per l’Europa è agganciato.

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