Fußball Total!
Rubrica settimanale sul calcio di massima serie tedesco ed italiano
N° 37 Maggio
Con la collaborazione di Michele Sensini, Emiliano di Calogero, Gianluca Danese, Marco Cadin, Fabio Pierboni e del sottoscritto David Rodinó
VENI VIDI KOVACIC
di Gianluca Danese
Oggi Audrey Hepburn è senza lacrime e l' Inter si congeda dal proprio pubblico tornando alla vittoria 4-1 contro la Lazio e raggiungendo matematicamente il quinto posto e l'Europa League.
Buono il risultato e il punteggio, buona la prova di alcuni singoli, ma come al solito non buona la prestazione del collettivo: la squadra ha denunciato le solite lacune, la solita fragilità difensiva, il solito non gioco.
Sotto quasi subito (Cana dimenticato in area su una punizione e gol di Biava) troviamo una buona reazione e, grazie ai tagli millimetrici di Kovacic, vanno in gol Palacio al 7', Icardi al 34', e ancora Palacio in tap in su cross basso di Nagatomo lanciato dallo stesso Kovacic. Chiude il Profeta con un gran diagonale da fuori al 79'. In mezzo a tutto questo la solita confusione e un portiere che è tornato a fare miracoli.
Tre nomi quindi su tutti: Kovacic (finalmente!) che ha preso per mano il centrocampo orfano di Cambiasso squalificato ( giocava "piede a stella" Kuzmanovic!) e ha mandato in gol i compagni con grandi giocate spaccadifesa fin da subito; Handanovic che ha sfornato miracoli in momenti delicati del match; e Palacio, l'unico vero fuoriclasse della squadra. Il Profeta ancora una volta non pervenuto.
Da segnalare la giornata comunque triste per noi interisti: l' ultima a San Siro del nostro grandissimo Capitano Javier Zanetti( 857 gare in neroazzurro, 5 scudetti, 4 coppe Italia, 1 coppa Uefa, 1 Champions League, 1 Coppa Intrercontinentale).
Dopo Ryan Giggs un altro grande '73 che smette, dovrò farlo anch'io.
A tutta serie A
di Marco Cadin
Nuovi verdetti sono stati decretati nel penultimo
turno di questo lungo campionato. La sfida tanto attesa tra Roma e
Juventus, che ormai valeva solo per la storica rivalità tra i due
club, ha visto vincere i bianconeri all’ultimo respiro. Il successo
alimenta la prospettiva di abbattere la storica meta dei 100 punti,
quota mai raggiunta in Europa. Il bollettino dell’ordine pubblico
fa annotare un paio di brutti striscioni, qualche coro censurabile e
una banana, tutto sommato è andata bene. La zona salvezza ha visto
risolvere gli enigmi residui: Catania, Livorno e Bologna in Serie B,
mentre Sassuolo e Chievo rimangano nella massima Serie. Pur con i
loro alti e bassi, clivensi e neroverdi hanno meritato il tanto
sognato traguardo. Livorno e Bologna erano le squadre peggiori,
mentre gli etnei, visto l’ottavo posto della scorsa stagione, sono
stati i più deludenti. In zona Europa League, ottengono il
passaporto Fiorentina e Inter, mentre l’ultimo posto è ancora da
assegnare. Partono in pole position il Torino e in second’ordine il
Parma, mentre Verona e Milan hanno ormai poche possibilità. La
Lazio, a causa della sconfitta milanese, non ha più pretese. Reja
può anche sostenere che dal suo arrivo le cose siano migliorate, ma
rimane un “Ranieri dei poveri”: manca sempre uno strapuntino per
centrare l’obiettivo.
Il derby del nordest tra Verona e Udinese termina
2-2, complicando non poco la corsa all’Europa degli scaligeri. Il
vantaggio è arrivato subito per i padroni di casa, vista la
concessione di un calcio di rigore per l’atterramento di Agostini.
Penalty realizzato senza indugi da Toni (13°). Il bomber avrebbe
potuto raddoppiare al 37°, ma il suo tiro è stato salvato sulla
linea di Danilo. Al 54°, Hallfredsson colpisce al volo il cross di
Gomez, sorprendendo sul primo palo Scuffet. Quando sembra fatta, Di
Natale rovina la festa veneta. La punta campana stoppa al volo un
cross a mezz’altezza, piroetta e conclusione in rete senza far
scendere il pallone. Una perla da circense. Nel finale il Verona
soffre la pressione, subendo il pareggio al 91°: Lazzari entra in
area sulla destra passando il pallone indietro per Badu, che in
diagonale di destro sigla il 2-2.
L’Inter vince 4-1 sulla Lazio, conquistando la
matematica certezza europea. I biancocelesti subito in vantaggio:
Biava devia in rete il colpo di testa di Cana (2°). La doccia fredda
non spegne gli ardori nerazzurri, che dopo cinque minuti fruttano il
pareggio: Kovacic pesca Palacio in mezzo all’area, che con un
leggero tocco supera Berisha. Al 34°, l’Inter raddoppia con
un’azione in fotocopia: filtrante dell’ispirato Kovacic e
diagonale vincente di Icardi. Solo tre primi ed arriva il terzo goal,
grazie a Palacio pronto a spingere in rete il cross sporco di
Nagatomo. Nella ripresa entra Zanetti, che si gode il saluto di San
Siro per l’ultima partita casalinga dell’impareggiabile capitano
nerazzurro. Le conclusioni di Biava, Keita e Anderson rischiano
riaprire il match, ma Handanovic è sempre sull’attenti. Nel
weekend dei goal dell’ex non poteva mancare la rete di Hernanes
(79°): sinistro a giro dal limite dell’area. La Lazio accantona
definitivamente il discorso Europa League, consapevole che la
ricostruzione dovrà partire dalla difesa.
L’Atalanta sgambetta il Milan, battendolo 2-1.
Primo tempo di marca nerazzurra, con le continue sortite offensivi
Denis e compagni. Moralez colpisce di testa, sfiorando il palo alla
destra di Amelia (34°). Sul finire di tempo, Balotelli si rende
pericoloso con due punizioni: in una colpisce la traversa e
nell’altra è pronta la respinta di Consigli. Al 51°, Bellini
segna l’autogoal, cercando di anticipare Balotelli sul cross basso
di Muntari. Al 68°, Costant stende in area Carmona, regalando a
Denis il penalty del pareggio. Nel finale, Balotelli prova a
risolvere il match con un paio di conclusioni, una di esse si stampa
sul palo (91°). A tempo ampiamente scaduto, Brienza tira fuori dal
cilindro un tiro da tre quarti campo, di rara potenza e precisione.
Nulla da fare per Amelia. Le possibilità dei rossoneri di approdare
in Europa League sono ridotte al lumicino.
Torino-Parma termina 1-1, lasciando aperta la lotta
per il biglietto d’oltre confine. Dopo un’apprezzabile rovesciata
di Immobile e un tiro potente di Parolo, il Torino trova il
vantaggio. Lancio dalla difesa per Immobile che, approfittando di un
malinteso tra Paletta e Mirante, può insaccare il suo ventiduesimo
goal (42°). Al 63°, Cerci lancia a rete Immobile, che viene steso
da Lucarelli. Inevitabile l’espulsione del difensore parmense. Il
Torino sente tremare le gambe vedendo l’obiettivo europeo a un
passo, già conoscendo il risultato negativo del Milan. La pressione
fa brutti scherzi, tanto che la difesa granata fa avanzare
indisturbato Acquah, costringendo Glik al fallo da rigore. Cassano si
fa respingere il penalty, ma Biabiany è il più lesto a ribadire in
rete (71°). Il Torino resta in vantaggio sulle dirette avversarie,
ma dovrà affrontare l’ultima sfida senza Immobile, espulso per
doppia ammonizione (proteste e simulazione).
Il Sassuolo ottiene una meritatissima salvezza,
superando 4-2 il Genoa. Floro Flores impiega sedici minuti a portare
in vantaggio i suoi, involandosi in azione solitaria e concludendo in
rete di potenza. Berardi si mette in mostra con un paio di tiri al
volo, non ottenendo soddisfazione. Al 39°, viene concesso un rigore
al Genoa, per una leggerissima trattenuta di Magnanelli su Vrsaljko.
Gilardino si fa respingere il penalty, ma Calaiò insacca di testa.
Biondini riporta su i neroverdi, deviando in rete di testa un corner
(65°). Al 76°, sul tiro dal limite di Cabral, Gilardino infila il
piede che spiazza Pegolo. Il Sassuolo, però, non ha alcuna
intenzione di lasciarsi sfuggire una storica permanenza in A,
spingendo fino alla fine sull’acceleratore. Sansone riporta in
vantaggio i padroni di casa con un tiro al volo (87°), mentre Floro
Flores fissa il risultato sul 4-2, con una sassata sotto la traversa
(89°). Di Francesco ha guidato con sapienza una squadra di giovani
con qualche gagliardo vecchietto, mettendo una pezza alla nefasta
parentesi di Alberto Malesani.
Il Chievo espugna Cagliari con un 1-0 che vuol dire
salvezza. Prima occasione per i padroni di casa, che con un colpo di
testa costringono Agazzi al miracolo (12°). Una spizzata di testa di
Rossettini lambisce il palo (20°). Nella ripresa, il Chievo mette la
testa fuori dalla propria metà campo, ottenendo l’insperato goal
partita al 71°: uscita a vuoto di Avramov e colpo di testa vincente
di Dainelli. Due minuti dopo, Eriksson potrebbe pareggiare su
punizione, ma Agazzi ci mette una pezza provvidenziale. Il Chievo ha
meritato la salvezza, meno il successo odierno.
La drammatica sfida del Dall’Ara, tra Bologna e
Catania, è stata vinta inutilmente dagli ospiti (1-2). Tanta
iniziativa dei rossoblù nel primo tempo, ma sempre sterile. Gli
etnei passano in vantaggio su punizione: conclusione radente di
Monzon, che sorprende barriera e portiere (21°). Peruzzi riesce a
prendere due ammonizioni in meno di mezzora, lasciando i suoi in
dieci uomini per un’ora. La spinta emiliana produce il pareggio
solo al 79°: diagonale dal limite di Morleo, che s’infila sul
secondo palo. Il Bologna si butta in avanti a testa bassa, lasciando
spazio al fatale contropiede siculo: Berghessio, ricevuta palla da
Rinaudo (che nell’occasione commette un fallo non visto su Morleo),
batte Curci con un sinistro secco (84°). Le due squadre vanno a
braccetto nella serie cadetta.
Il derby toscano si conclude 1-0 per la Fiorentina,
spedendo il Livorno in Serie B. Cuadrado potrebbe portare subito in
vantaggio i suoi, ma il tiro del colombiano viene respinto da Anania
(2°). Al 22°, Siligardi penetra in area e centra per Belfodil, che
di testa manda a lato. Al 57°, il goal che segna il match: Rossi
inventa per Cuadrado, che con una doppia conclusione batte il
portiere. Quando il tempo non dona più speranze, Borja si fa
espellere per un’entrata su Aquilani. Gli amaranto salutano la
Serie A, dopo appena un anno di permanenza.
Il Napoli espugna Marassi, superando 5-2 la
Sampdoria. Le due squadre non hanno più niente da chiedere al
campionato ed hanno affrontato la gara con uno spirito fin troppo
rilassato. Dopo 19 minuti, Zapata porta in vantaggio i partenopei con
un tapin di testa. Insigne insegue il Mondiale con un tiro di esterno
destro, che regala il 2-0 al Napoli (26°). Eder accorcia le distanze
con un destro in diagonale rasoterra, che sbatte sul palo e termina
in rete (30°). Callejon trova il terzo goal su punizione, ma
nell’occasione le responsabilità di Fiorillo sono notevoli (32°).
Al 47°, Hamsik ritrova la rete dopo sette mesi, deviando in porta il
cross basso di Zapata. Mustafi colpisce in scivolata un cross di
Callejon, donando la quinta segnatura ai napoletani (61°). Wszolek
sfodera un sinistro a giro sotto l’incrocio dei pali, che fissa il
risultato sul definitivo 2-5 (88°).
La Juventus infligge un beffardo 1-0 alla Roma, colto negli ultimi
istanti di gioco. Il contorno della gara aveva fatto temere chissà
quali pericoli, in realtà l’ordine pubblico è filato liscio. I
padroni di casa vedranno squalificata la curva per cori e striscioni
deprecabili, che francamente sarebbe stato meglio evitare. Le due
squadre, pur prive di motivazioni, si sono affrontate con l’animosità
tipica di questa sfida. Prima azione da rimarcare al 16°, quando
Tevez controlla palla in area avversaria, disorienta i difensori con
un paio di finte, ma conclude a lato strozzando troppo il tiro. Al
22°, Totti conclude di contro balzo una palla giunta dalla sponda
aerea di Destro, sfiorando di un palmo la traversa. Tre minuti dopo,
Llorente supera Benatia, ma la conclusione dello spagnolo viene ben
respinta da Skorupski. La torre bianconera grazia la Roma
schiacciando di testa tra le mani del portiere, un ottimo cross dalla
fascia sinistra. Al 39°, Storari è bravo a rimanere in piedi
respingendo il cucchiaio di Gervinho, che nell’occasione era a tu
per tu con l’estremo difensore. Il primo tempo si chiude con tiro
di Pogba, che di sinistro in diagonale fa tremare il palo. La ripresa
è stata meno godibile, frazionata da falli e nervosismo. Al 51°,
Torosidis impegna Storari dopo un bello slalom in area bianconera. Al
58°, Chiellini rifila una gomitata in mischia a Pjanic, ma la
quaterna arbitrale non se ne avvede. All’83°, Nainggolan ruba
palla a centrocampo, s’invola centralmente e sfodera un sinistro
rasoterra deviato da Storari, che si supera nuovamente sul tapin di
Florenzi. Al quarto minuto di recupero il goal partita: Lichtsteiner
riceve palla sulla destra, cross basso e tiro sotto al sette di
Osvaldo. Il destino cinico e baro ha voluto che il pubblico
dell’Olimpico assistesse al goal dell’ex, l’uomo più
fischiato, che quest’anno non ne aveva azzeccata una. Sull’azione
va segnalata la dubbia posizione di Tevez: fuorigioco passivo?
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