Fußball Total!
Rubrica settimanale sul calcio di massima serie tedesco ed italiano
N° 35 Maggio
Con la collaborazione di Michele Sensini, Emiliano di Calogero, Gianluca Danese, Marco Cadin, Fabio Pierboni e del sottoscritto David Rodinó
Bardi, Romoletto e la banana di Dany
Alves
di Fabio Pierboni
Quartultima giornata di campionato,
all’Armando Picchi la Lazio incrocia i sui destini con quelli del
Livorno, i biancocelesti devono rimanere agganciati a quel treno
troppo affollato che regalerà l’ultimo posto per l’Europa, gli
amaranto sono in cerca di punti per riaccendere la speranza di una
salvezza sempre più lontana.
Reja deve fare i conti con la solita
lista di assenti, questa volta nell’undici iniziale non ci sono
Biava, Dias, Radu, Konko e Marchetti, in pratica l’intera difesa
titolare più il portiere, a questi si aggiunge Klose ormai
desaparecido. Il Livorno ritrova il tecnico Nicola dopo l’esonero
di Di Carlo, i Toscani si schierano con un 4-3-3 un po’ spuntato,
con Silingardi, Paulinho e Mesbah nel tridente avanzato.
La partita comincia con le due squadre
molto vivaci, nei primi minuti Mauri da una parte e Biagianti
dall’altra provano i riflessi dei due portieri. Il centrocampista
laziale ci riprova poco più tardi con un piatto al volo da posizione
defilata, questa volta Bardi non è reattivo come nella precedente,
il portiere livornese combina un pasticcio non trattenendo il pallone
e regalando la rete agli avversari. Dalla parte opposta ci provano
Cana e Biglia a restituire il favore, l’accoppiata regala il
pallone a Silingardi ma questa volta un prodigioso intervento di
Ciani evita il peggio.
Nel secondo tempo bastano sei minuti
alla Lazio per chiudere l’incontro, il destro di Mauri è
intercettato dal braccio di Rinaudo, l’arbitro indica il dischetto.
Dagli undici metri va Antonio Candreva, Bardi indovina l’angolo del
tiro ma non può nulla, destro forte e angolato e palla in fondo al
sacco, per “Romoletto” si tratta della dodicesima marcatura in
questo campionato, primo centrocampista della storia della Lazio a
raggiungere questa cifra, dietro di lui Nedved ed Hernanes si erano
fermati a undici centri, stagione da incorniciare per il numero 87
della Lazio: Goal, assist e tanta qualità.
I Toscani sono al tappeto, la Lazio
controlla la partita divorandosi qualche palla goal e vedendosi
annullato un bel contropiede grazie alla segnalazione errata del
guardialinee su Keita lanciato a rete.
Il Livorno cade
rovinosamente su una buccia di banana vedendo sempre più ridotte le
sue speranze di salvezza, chissà che non sia stata proprio una
buccia di banana a far scivolare il pallone dalle mani di Bardi,
magari quella che in un altro campo di gioco, in Spagna, Dany Alves
ha gettato dopo averne mangiato il contenuto, cercando di far capire
all’idiota di turno che l’ha lanciata, che oltre agli altri due
usi che ne fa lui, le banane hanno anche un terzo uso, il migliore,
si mangiano.
VEDI INTER-NAPOLI E POI MUORI
di Gianluca Danese
L'Inter pareggia in casa 0-0 contro il Napoli facendo molto poco per cercare la vittoria.
Ennesimo pari interno, ennesima prova sotto tono, ennesima dimostrazione (con il gufissimo Thoir in tribuna) che il materiale umano a disposizione è di basso livello.
Stesso schieramento delle ultime uscite con Kovacic titolare, e se i primi minuti sembrano regalarci un' Inter pimpante e vogliosa, con il passare dei minuti emergono tutti i problemi che questa squadra si trascina dall' inizio del campionato: nell' impostazione del gioco, nel palleggio, nell' intesa, palle perse o buttate, assenza di triangolazioni e verticalizzazioni, cross sballati, poca determinazione, poco pressing; poi nel non possesso palla si permette troppo all' avversario di giocare senza pressare, così dietro si balla parecchio, la difesa già scarsa non è aiutata dal centrocampo e gli esterni spesso si perdono gli uomini; meno male che oggi siamo stati graziati più volte da Callejon e Higuain e soprattutto da Inler che a 10' dalla fine coglie un clamoroso palo che avrebbe compromesso irrimediabilmente il match. Sicuro Andreolli alla prima da titolare.
Le poche occasioni da gol per la squadra di Mazzarri sono venute solo da tiri dalla distanza (Kovacic ed Hernanes bravissimo Reina) nel primo tempo, e da qualche spunto individuale nella ripresa, ma non c'è stata una vera e propria trama di gioco.
Il Profeta è ancora per l'ennesima volta insufficiente, non si vede, non produce gioco, non fa cambiare passo alla squadra.
Meglio Kovacic, ma da solo non riesce a cambiare il volto del centrocampo e non ne ha la capacità. Si crea così una barriera tra lo stesso centrocampo e le due punte, e se da un lato il povero Palacio prova in tutti i modi macinando chilometri di partecipare al gioco e rendersi pericoloso (e ci riesce), dall' altra Icardi, non servito o servito male, si rivela inutile alla causa perché da solo non inventa e non scardina le difese.
Cambiasso poi fa quel che può, tampona e fa ripartire, e almeno lui risulta sempre uno dei migliori.
Poi da quando sta giocando D'Ambrosio sulla destra, da quella parte è inutile provarci così deve sempre entrare Zanetti per aggiustare la corsia (ma quando torna Jonathan?). Meglio Nagatomo sempre propositivo, tanta corsa, ma anche piede ruvido e spesso in copertura si dimentica l'uomo.
Naturalmente anche l'allenatore continua ad avere le sue colpe visto che la squadra non ha grinta, non ha gioco e stavolta con il cambio Kuzmanovic per Icardi (con Palacio stremato dalla fatica) ha costretto la squadra a finire la partita senza attaccanti e alla mercè dell'avversario.
Giriamo subito pagina perché la caccia alla Viola ed al quarto posto è ancora aperta e domenica c'è il derby,VINCERE!!!
A tutta serie A
di Marco Cadin
Lunedì sera, il Juventus Stadium sarà
il teatro della festa juventina. Ormai solo la matematica frena i
festeggiamenti dei bianconeri, a quali basta un punto in tre gare per
cucire sulla maglia la terza stella. Le vittorie sulle due emiliane
hanno spazzato via le residue speranze giallorosse, rendendo
superfluo lo scontro diretto dell’Olimpico. Garcia ha fatto bene a
rimarcare lo scandaloso atteggiamento del Livorno, ma è stato
l’unico caso, visto che Sassuolo e Bologna hanno dato il massimo
nelle sfide con i campioni d’Italia. La Roma non può rimproverarsi
nulla, ma oggi va riconosciuta una superiorità, sia pur minima, che
ad inizio stagione nessuno osava mettere in discussione. La vera
sfida dei giallorossi sarà confermare un campionato come questo il
prossimo anno, magari non sfigurando in Champions League. In zone
Europa League, Lazio, Torino e Verona superano le perdenti Parma e
Milan, ma quale tra queste cinque squadre approderà in coppa è un
vero rebus. Le squadre in lotta per la salvezza sono state tutte
perdenti, lasciando immutata la situazione.
Una Roma mai doma s’impone
nell’anticipo contro il Milan (2-0), facendo proprio il giorno
della Resistenza. I giallorossi non saranno stati trascinanti come in
altre serate, ma i colpi dei loro talenti hanno illuminato gli occhi
degli spettatori dell’Olimpico. I rossoneri sono stati un onesto
avversario a cui va riconosciuto, quanto meno, un ritrovato
equilibrio tattico. Inizio prudente dei due team, il primo a provare
dalla distanza è Bonera, ma De Sanctis blocca in due riprese (16°).
Cinque minuti più tardi, un’azione manovrata sul limite dell’area,
permette a Dodò di calciare di contro balzo, ma il suo tiro sorvola
il montante alto. Ljajic prova lo slalom speciale in area milanista,
ma un piede di Rami gli nega la gioia del goal (26°). Totti serve il
tiro a De Rossi, ma l’azzurro spara sopra la traversa (41°). Al
43°, Miralem Pjanic regala al suo pubblico un goal che non verrà
dimenticato: il serbo dribbla in velocità Muntari, Montolivo e Rami,
battendo di piatto l’incolpevole Abbiati. Una rete splendida, anche
se la difesa meneghina è stata molle. Al 49°, Kaka offre a
Montolivo la migliore occasione per i milanisti, ma il tiro di prima
intenzione lambisce il palo. La Roma raddoppia in contropiede con un
tapin di Gervinho (65°): l’ivoriano ha sfruttato la corta respinta
di Abbiati sul tiro in diagonale di Totti. Il resto della gara non
offre molto, se non le velleitarie conclusioni dalla distanza dei
rossoneri.
La Fiorentina ha espugnato il Dall'Ara,
rifilando un netto 3-0 al Bologna. Eppure la prima occasione era
stata per i padroni di casa, che con un colpo di testa di Krhin
costringevano Neto al risolutivo colpo di reni (12º). Dopo il quarto
d'ora, la superiorità viola esce fuori. I difensori felsinei sono
piantati a terra al 23º, quando Cuadrado anticipa tutti sul cross
basso di Joaquin, incrociando di prima in rete. Al termine di
un'azione elaborata, il tiro deviato di Ilicic dona ai gigliati il
raddoppio. I rossoblù, nonostante i cambi, non riescono mai ad
essere pericolosi. Curci evita ulteriori sofferenze in più
occasioni, ma nulla può sul destro di rara potenza di Cuadrado, che
fissa il risultato finale sul 3-0. Al di là della precaria
classifica, il Bologna conferma di essere la più scarsa formazione
della Serie A.
0-0 a San Siro, nel match che ha
opposto il Napoli all'Inter. Hernanes prova a sorprendere i
partenopei con un sinistro dalla distanza, Reina risponde da par suo
(10º). Callejon calcia alto un pallone servito da Martens, sprecando
un magnifico assist del belga (13º). Palacio conquista palla a
centrocampo, intercettando un passaggio sciagurato di Giorginho, la
sua fuga verso la porta si conclude con un diagonale di poco fuori
(18º). Higuain svirgola un tiro all'altezza del dischetto, mentre
Kovacic si fa notare per una violenta punizione (23º). Al 51º,
Nagatomo salva sulla linea di sedere il tiro a botta sicura di
Higuain e Handanovic salva sul diagonale di Inler. Una percussione
dell'ex udinese sorprende la retroguardia nerazzurra, ma il tiro del
centrocampista si ferma sul palo (83º). Le reti delle porte non sono
state violate per le polveri bagnate dei bomber dei due club, ma
anche per un paio di decisioni arbitrali che hanno penalizzato i
nerazzurri.
Il Cagliari ottiene la matematica
salvezza, superando 1-0 il Parma. Gli ospiti si rendono pericolosi al
19°, in seguito a una punizione di Cassano deviata in angolo
dall’esordiente Silvestri. Al 33°, l’evento che determina
l’esito della gara: l’arbitro concede il penalty per una manata
di Lucarelli su Dessena. Pinilla non sbaglia dal dischetto, portando
avanti i suoi. Il nervoso Felipe si fa espellere al 53°, rendendo la
rimonta ducale sempre più improbabile. Nei minuti finali, la
generosa pressione parmense non produce effetti tangibili.
Il Verona continua a sognare l'Europa,
battendo con un rotondo 4-0 il Catania. Toni sblocca la gara al 6º,
ribadendo in rete la respinta di Frison sul tiro di Iturbe. Al 28º,
il cross di Sala viene incornato in rete da Toni. Allo scadere del
tempo, Gomez serve Marquino, che in diagonale segna la terza rete. Da
un erroneo rinvio di Frison, scaturisce un assist per Gomez, che
fissa il risultato sul 4-0. Catania sempre più in B, deludente
l'approccio alla gara di una squadra che non aveva nulla da perdere.
Il Torino vince agevolmente per 2-0
sull'Udinese. I friulani non sono mai riusciti a rendersi pericolosi,
succubi del dominio granata. Al quarto d'ora El Kaddouri sblocca la
gara: il marocchino, dal vertice sinistro, si sposta il pallone sul
piede mancino e batte il colpevole Scuffet sul primo palo. Poco dopo,
Cerci sfiora l'incrocio con un calcio di punizione. Il dominio dei
padroni di casa procura il raddoppio al 56º: assist di Maksimovic
per Immobile, che non fallisce il piatto del ventunesimo goal
stagionale. Il resto è solo il contorno di una sfida mai nata.
Un Livorno approssimativo perde 2-0 in
casa, contro una Lazio cinica ad approfittare delle leggerezze
avversarie. Al 4°, Cana prolunga di testa una palla per Mauri, il
cui tiro al volo viene deviato dal portiere. Cinque minuti dopo, sono
gli amaranto a sfiorare la rete con uno stop e tiro di Siligardi, di
poco fuori. Al’11°, Berisha si supera respingendo la pericolosa
incornata di Biagianti. A spegnere gli ardori toscani ci pensa
l’errore di Bardi, che devia in rete un innocente cross basso di
Mauri (15°). Biglia mira l’incrocio con un gran tiro dalla
distanza, ma Bardi fa il suo dovere con un colpo di reni
provvidenziale (39°). Al 50°, Rinaudo commette uno sciagurato fallo
di mano in area, regalando il penalty alla Lazio. L’ex Candreva
realizza senza esitazioni. Il Livorno è svuotato, senza le energie
fisiche e mentali per reagire. Biancocelesti in piena corsa per
l’Europa League.
Il Chievo sciupa l’occasione di
mettersi in salvo, facendosi rimontare e superare dalla Sampdoria
negli ultimi dieci minuti (2-1). Prima occasione blucerchiata al 12°:
Eder salta il portiere, ma non trova la porta. Poco prima del riposo,
una punizione defilata di Mustafi viene sottovalutata dalla difesa,
ma per fortuna degli ospiti la palla s’infrange sul palo. Il
vantaggio veronese giunge al 65°, in virtù del calcio di rigore
realizzato da Thereau. Il penalty è stato concesso per
l’atterramento di Obinna ad opera di Mustafi, che nell’occasione
è stato espulso. Il pareggio doriano nasce da un assist di Regini,
che viene concretizzato in scivolata da Eder (81°). Al 93°, Reggini
mette una palla bassa al centro, Hetemaj la liscia, permettendo a
Soriano di concludere in rete.
Pareggio scontato tra Atalanta e Genoa
(1-1). Primo tempo tutto di marca ligure, con i grifoni in grado di
passare in vantaggio al 28º: colpo di testa vincente di De Ceglie su
cross di Antonelli. L'Atalanta si limita a creare delle mischie su
calci da fermo, ma il pareggio non arriva. Ad inizio ripresa,
Portanova stende in area Denis, ottenendo espulsione e calcio di
rigore. El Tanque si fa parare il penalty da un grande Perin.
Benalouane coglie la traversa di testa, mentre Denis calcio alto un
pallone a due passi dalla riga di porta. Il pareggio bergamasco
giunge all'83º: tapin di De Luca in mezza rovesciata, per altro in
fuorigioco. Gilardino viene strattonato in area, ma l'arbitro
preferisce chiudere un occhio.
Il Sassuolo sfiora l’impresa per un
tempo, ma alla fine cede 3-1 alla Juventus. Avvio col vento in poppa
dei neroverdi, che ottengono il vantaggio al 9°: Zazza converge da
sinistra verso il centro, battendo Buffon con un destro sul primo
palo. Poco dopo, Sansone salta in area Asamoah e Chiellini, ma
conclude malamente a lato. I bianconeri pareggiano grazie al solito
Tevez: destro violento dal limite dell’area, che batte Pegolo
grazie a una impercettibile deviazione (34°). L’azione scaturisce
da una frettolosa punizione di Pirlo, battuta a quindici metri di
distanza dal luogo corretto e con il pallone in movimento. A quattro
minuti dal riposo, Ziegler lancia in area Zazza, ma stavolta Buffon
riesce a deviare il tiro dell’attaccante. La Juventus della ripresa
è un’altra squadra, assoluta padrona del campo. Al 58°, Pirlo
pennella in area per Marchisio, che con un sinistro al volo supera
Pegolo. Al 73°, Lichtsteiner pesca in mezzo all’area Tevez, che di
prima colpisce la traversa. A chiudere le danze ci pensa Llorente:
colpo di tacco per deviare in rete il cross basso di Lichtsteiner
(76°). Floccari potrebbe addolcire la sconfitta, ma la conclusione
dell’ex laziale trova pronto il numero uno azzurro (81°).
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